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Sole di Maggio
Data: 19/11/2020, Categorie: Sentimentali Autore: CLAUDIO TOSCANI
... parve che le stelle lo osservassero irridenti e crudeli, come buchi in una volta di velluto nero. Ritorno dall’oblio Nella mente di Silvia stavano riaffiorando le percezioni. Udì rumori di passi, frammenti di conversazioni. Dischiuse di uno spiraglio gli occhi appiccicosi; una luce che gli parve abbagliante la ferì. Intravide vaghe figure in movimento. Aveva qualcosa nelle narici; un grosso flacone era sorretto da un trespolo metallico. Un sottile condotto, che stillava gocce, penzolava da esso. Poi tutto divenne nebuloso e la materialità degli oggetti si dissolse in un sogno brumoso. Correva. Al suo fianco un cane perdeva sangue e il fuoco crepitava. C’erano fumo e lingue di fiamma. Un ragazzo cadde. Lo incitò ad alzarsi ma le parve che una barriera trasparente vanificasse i suoni. Il fuoco danzava sempre più vicino. Il ragazzo tossì piegandosi su se stesso. Tentò di allungare le braccia per aiutarlo ma era come se gli arti le fossero divenuti eterei. Lo sforzo di dare materialità alle membra la riportò a uno sprazzo di reale dimensione. Vide una figura familiare che la osservava con sofferente amorevolezza. «Ma… mamma…» «Non sforzarti tesoro.» Stefano «Sì, gliela passo subito. È tuo padre Manuela. Non dirgli della benzina», le suggerì Stefano sottovoce. «Manuela, lo avete trovato?» Lei pensò di informarlo con una mezza bugia per non preoccuparlo ulteriormente. «Ha lasciato un biglietto nella rimessa. Ha scritto che sarebbe andato su per il Fosso di Cecco a riflettere.» ...
... «Temo voglia fare qualche stupidaggine, invece», bisbigliò Luciano sul cellulare perché Nadia non sentisse. «Siamo sulla strada che porta al vecchio mulino di Pian degli Ulivi. Cercheremo di trovarlo prima possibile.» «Appena lo troverete riferitegli che Silvia non è più in terapia intensiva. È stata trasferita in reparto.» «Dio ti ringrazio. Come sta?» «È confusa ma i medici ritengono che il peggio sia passato.» Manuela lo interruppe concitata. «Babbo abbiamo trovato la macchina di Mauro! È posteggiata vicino alla viottola che porta in Valcorniola.» «Fate presto!» Stefano trasse dal cassetto della plancia una torcia elettrica e corsero su per la mulattiera ma i mezzi tacchi, la gonna e il terreno accidentato impedivano a Manuela di correre agevolmente. «Stefano non ce la faccio a starti dietro.» «Dammi la mano.» «È inutile ti rallenterei lo stesso. Continua tu.» Gli diede lo spolverino perché lo facesse indossare al fratello. «Te la senti di rimanere sola?» «L’unico terrore che ho è che mio fratello faccia una stupidaggine. Vai corri!» Le scarpe le facevano male. Se le tolse con rabbia, poi rimase immobile, gli occhi fissi verso la coltre di buio che aveva inghiottito Stefano. La notte alitava un respiro umido che le raffreddò la patina di sudore sulla schiena, provocandole un brivido. Percepiva sul petto i palpiti accelerati del cuore. Sopra il capo non aveva stelle. Scorse molte lucciole che disegnavano ricami luccicanti sull’aria. Sentì un debole stormire di fronde, un buon ...