1. Sole di Maggio


    Data: 19/11/2020, Categorie: Sentimentali Autore: CLAUDIO TOSCANI

    ... odore di bosco. Stefano illuminò una piattaforma d’arenaria dalla quale proveniva il rumore d’acque cascanti. Mise le mani alla bocca a mo’ di megafono per chiamare Mauro ma l’idea che lui avrebbe potuto affrettarsi a mettere in atto i suoi propositi lo fece rinunciare. Tornò a procedere tenendo basso il fascio luminoso. Mauro si addentrò nella pineta, raggiunse un punto un cui gli alberi erano più fitti e incastrò la pila sulla diramazione di un arbusto. Aprì la tanica e cominciò a spargere benzina sugli aghi. Stefano intravide un barlume. Spense la pila e proseguì tentoni. Gli giunse l’odore acre dell’idrocarburo. Lasciò il sentiero e si addentrò nella pineta. Mauro avvertì un crepitio d’aghi. Cessò di versare benzina e si mise in ascolto. Udì un altro scricchiolio, tolse la pila dalla forcella e la puntò nella direzione dei rumori. Sussultò nel vedere la sagoma di una persona alta e massiccia a pochi passi. «Diamine», disse Stefano cercando di esprimersi con naturalezza «che posto stupendo. Meriterebbe che lo vedessi di giorno.» La luce della pila che Mauro puntava sul suo viso gli impediva di scorgerlo. «Puoi abbassare la luce?» «Stefano come hai fatto a giungere fin qui?» «Tua sorella mi ha accompagnato. Pensavi non fossimo capaci di intuire quel che ti frullava per il capo?» «Non t’immischiare. Vattene!» «Mauro vuoi togliermi quel cazzo di pila dagli occhi?» «Stefano non muoverti. Dov’è mia sorella?» «Ci attende più giù.» Stefano fece un altro passo ma l’intimazione ...
    ... di Mauro lacerò il silenzio. «Ti ho detto di fermarti!» «Ti abbiamo portato qualcosa da metterti addosso.» Stefano allungò il braccio per rendere più visibile lo spolverino e guadagnò terreno. Mauro notò l’indumento. Era il grembiule che metteva suo padre per fare i lavori di casa. «Stefano protrasse il discorso per distrarlo. «Vieni via, Mauro, dammi retta. Non vorrai che tua sorella rimanga al buio da sola.» Fece un altro cauto passo in avanti. «Stefano, stai camminando sulla benzina.» Stefano ora scorgeva la sagoma dell’amico. Sentiva il fiotto dell’idrocarburo che inzuppava il terreno. Guadagnò ancora spazio. Decise di accendere la pila e illuminò Mauro nel momento in cui gettava il contenitore vuoto. «Ha telefonato tuo padre. Silvia è stata trasferita in reparto.» Rabbrividì quando notò che cosa fosse il piccolo oggetto che Mauro stringeva in mano. «Non è vero. Silvia è morta, morta e morirà in eterno, a vent’anni, perché l’universo si ripeterà sempre allo stesso modo fino all’ultimo atomo, fino al più banale fatto accaduto, perciò anche questa valle dovrà essere condannata a bruciare in eterno.» «Mauro che accidenti stai dicendo?» «L’unica verità Stefano.» Dio mio è partito di testa. Silvia non è morta, credimi per l’amor del cielo.» «Quale amor del cielo, quale Dio, Stefano. Non esiste un cazzo di niente!» Mauro poggiò il pollice sulla rotella dell’accendino, la ruotò facendo ardere la fiammella. Senza perdere di vista Stefano si chinò per raccogliere un pugno di aghi ...
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