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Sole di Maggio
Data: 19/11/2020, Categorie: Sentimentali Autore: CLAUDIO TOSCANI
... stiamo assieme, due di fidanzamento e ventisette di matrimonio», gli rammentò Nadia per divagare da un argomento che gli aveva lasciato non poco amaro in bocca. «Miseriaccia come passa il tempo. Mi sembra ieri che ti forai la bicicletta.» La moglie gli tolse un rimasuglio di sapone dal lobo di un orecchio e gli chiese: «Lucy ti sono venuta a noia?» «Non ti reggo più.» «Bugiardo. Ancora mi tieni abbracciata dietro sennò non ti addormenti.» Nadia sentì il marito sfiorargli la parte sinistra del collo col dorso delle dita. Il modo di accarezzarle quel punto le aveva sempre fatto accapponare la pelle. Dal suo sguardo, sgombro di preoccupazioni, si accorse che Luciano si assentava piacevolmente dal presente. «A cosa stai pensando Lucy?» «Al nostro primo appuntamento. Avevo un’agitazione addosso. Altro che quella di Mauro stamattina. Ti presentasti con una maxigonna che ti faceva un figurino tutto curve.» «La misi apposta per rifarmi di quando passavo davanti alla tua bottega. Strabuzzavi gli occhi per guardarmi le gambe mentre pedalavo. Ero così imbarazzata che sarei scesa per darti una scarpa sul capo. E quel tuo saluto striminzito? Dio che rabbia mi facevi!» «Il giorno dopo mi fissavi imbronciata se non mi trovavi davanti l’uscio e vuoi che ti sveli una cosa? Mi assentavo apposta per capire come avresti reagito.» Che cosa?» «Dai che mi mandavi i segnali.» Nadia gli accarezzò la nuca e le venne di rammentare l’espediente che Luciano aveva escogitato per attaccare bottone. ...
... «Dovevi proprio forarmi la bicicletta?» «Non sapevo come fare a dirti una parola in più di “ciao”. Sono stato sul punto di farlo parecchie volte ma non riuscivo a spiccicare parola quando passavi. Mica potevo dirti: signorina oggi è stata una bella giornata ma domani le suggerirei di prendere l’ombrello perché il colonnello Bernacca ha previsto pioggia. Sapessi quante volte ho preparato il discorso. Poi la mente mi diventava un foglio bianco quando ti vedevo.» «Mancò poco che rinunciassi a venire con te e accettassi, invece, l’appuntamento con Filippo quando mi proponesti di andare a mangiare il cocomero.» «Quell’impiegato delle poste con la faccia da allocco?» «Aveva un impiego sicuro.» «Perché non lo facesti?» «Mi piacevi tu ma due fette di cocomero», ripeté Nadia. «Potevi offrirmi la pizza, propormi di andare al cinema.» «Ero così agitato che… figurati se mi veniva di pensare alla forma.» «Almeno potevi aggiustarmi meglio la camera d’aria. Dopo qualche giorno dovetti portarla dal meccanico, quello che chiamavano come quel bravo ciclista che correva allora.» «Da Eddy Mercks?» «Proprio lui. Arrossii quando mi chiese chi fosse il genio che aveva appiccicato la toppa alla foratura. Dovetti dirgli che era stato il mio ragazzo, al che lui mi rispose che non erano fatti che lo riguardassero ma se il mio fidanzato fosse stato capace di turare qualche altro buco com’era capace d’aggiustare le forature sarei stata fresca.» «Eddy era una sagoma», sogghignò Luciano. «Un personaggio come lui ...