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Sole di Maggio
Data: 19/11/2020, Categorie: Sentimentali Autore: CLAUDIO TOSCANI
... che indossano i cacciatori, poi», continuò Mauro procedendo col tono trascinante di chi narrava una fiaba, «avvicinandomi…» Silvia capiva quanto lo sfioramento della mano di Mauro sul suo seno non fosse involontario, nonostante lui volesse farlo sembrare casuale. Percepì il capezzolo inturgidirsi. Sperò non si accorgesse quanto si stesse accapponando la pelle delle sue braccia. «… notai che quella cosa si muoveva.» Silvia, come avesse voluto fargli intendere che poteva osare, sollevò la mano per stringergli il polso favorendo l’accostamento delle dita al petto. «Oddio cos’era?» gli chiese seguitando a stringergli il polso. Palpare la rotondità della mammella, procurò a Mauro un fremito. Il monticello del capezzolo, sebbene fosse celato da maglietta e reggiseno, gli rimandò la sensazione che il suo stomaco si liquefacesse. Ebbe l’impulso di scostare la mano ma la stretta di Silvia gli impediva di compiere il gesto con la calma di una mossa che avrebbe voluto far sembrare casuale. Dovette inghiottire un paio di volte prima di seguitare a raccontare. «Un biacco acciambellato», rispose. Allargò le dita, poi strinse il capezzolo delicatamente. Avvertì Silvia intirizzirsi. Tornò ad allentare la presa per timore di esagerare. «Cos’è, Mauro, un biacco?» È la serpe più grossa che vive nei nostri boschi. Può superare due metri di lunghezza. Non è velenosa ma ha un caratterino! «Può rincorrere le persone, sibilando, nel periodo che va in amore.» Mauro mosse il viso per sentire la ...
... carezza dei capelli di Silvia sulla guancia. «Appena si accorse della mia presenza la serpe sollevò la parte anteriore del corpo e cominciò a sibilare.» «Mamma mia, io sarei scappata.» «Mica era un leone.» «Le serpi mi fanno impressione. Dopo?» «La filmai. Poi le tirai qualche sassolino per farla rientrare nella macchia.» «Perché si sarà messa sul sentiero?» «Credo avesse bisogno di un luogo più ventilato del sottobosco», suppose Mauro. «Anche gli animali a sangue freddo, come i rettili, devono disperdere calore se fa troppo caldo.» «Mauro è bello come racconti le cose e qui è tutto così placido.» Silvia osservò i rovi che crescevano sui campicelli abbandonati. Notò che alcuni avevano le estremità dei sarmenti guarniti di fiorellini bianchi, altri di fiori rosa. «Sembra un luogo incantato. Ti aspetti che compaiano fate con ali di farfalla e si mettano a svolazzare sui quei rovi lassù.» «Alla fine di agosto puoi vederle cibarsi dei loro frutti: more grosse come duroni di ciliegie, che qualche volta ho raccolto anch’io. Mia madre ci fa la marmellata.» Silvia, l’espressione incredula, si discostò da Mauro quel tanto da poterlo scrutare negli occhi. «Non dirai sul serio.» «Certo che dico sul serio. La marmellata casereccia di more è una leccornia e se la spalmi sul pane croccante di giornata, è la fine del mondo.» «Intendevo la questione delle fate.» «Puoi vederle, con un po’ di fantasia.» «Sciocco.» Silvia gli si accostò ancor più al suo fianco e sospirò. Le sembrava che il sole ...