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Sole di Maggio
Data: 19/11/2020, Categorie: Sentimentali Autore: CLAUDIO TOSCANI
... pittoreschi che occhi meno attenti non avrebbero colto. Così per trasmettere alla tela l’immagine di un’umile opera dell’ingegno umano che mai aveva visto adattarsi tanto armoniosamente col paesaggio circostante, decise di scegliere fonte e rupe come soggetto da dipingere. Il sole formava un ottimo effetto luminoso. Scattò una foto per fissare la posizione delle ombre, piazzò la tela sul cavalletto e tracciò un rapido schizzo. Disponeva i colori sulla tavolozza quando gli parve di udire voci. Tese l’orecchio. Avvertì soltanto il gloglottare del torrente. Pensò che i rumori fossero giunti da distanza maggiore rispetto a quel che gli era parso perché il vallone fungeva da conduttore dei suoni e poteva ingannare. La sua mente fu assorbita dalla preparazione della pittura. Il movimento agile e sicuro della mano, che manovrava il pennello con destrezza, sembrava controllare lo scorrere del tempo. In quella mattinata che pareva uscita dal più ruffiano dei poster, lo pervadeva una sensazione di padronanza sul mondo. La lanugine di pioppo danzava sull’aria dando l’impressione che nevicasse sotto un cielo che somigliava a una volta di cristallo. Solo il ronzio degli insetti e il gorgoglio del rio rompevano il silenzio. Sembrava che il mondo avesse preso un giorno di vacanza per oziare. L’incontro Abbozzato il dipinto Mauro avvertì la necessità di rilassare la vista e nulla era più efficace che passeggiare senza indugiare a osservare i dettagli delle cose. Immerse i pennelli nel ...
... vasetto della trementina e si avviò verso la sponda. Sussultò per un improvviso fruscio. Un merlo era sbucato da un cespuglio. Dal suo becco giallo ciondolava un lombrico. L’uccello si fermò presso l’intruso come volesse esporre la sua abilità di predatore. Poi svolazzò sul tetto della casupola per terminare d’ingurgitare la preda. Mauro pensò fosse stato Pansecco ad allargare il rio perché l’acqua stagnasse e potesse sguazzarci qualche pennuto animale domestico. Immaginò di vedere il contadino, fradicio e scarmigliato, discendere i meandri del torrente per cercare le sue oche trascinate a valle dalle piene autunnali. L’acqua era di una trasparenza cristallina. Sul pelo della superficie, in una rientranza della riva, vide un nugolo d’idrometre. S’incantò a guardare quei curiosi insetti le cui zampette consentivano a essi di zigzagare con tanta rapidità da far sembrare il liquido, una superficie solida. Proseguì lungo la sponda per tentare di sorprendere qualche trota. Scorse invece un tritone. Aveva visto quegli animaletti soltanto nei documentari televisivi e mai avrebbe immaginato che pure lì ci fossero. Si soffermò a osservarne gli arti che ciondolavano inerti rasentando i fondali e la coda a forma di spatola che gli serviva da propulsore. Si domandò se per quella creatura, che sembrava scaturire dal mondo di gnomi ed elfi, la natura avesse riservato un futuro di pesce o abile arrampicatore d’alberi. Un’ombra di nostalgia per Rossana affiorò nel suo sguardo mentre osservava ...