Un poliziotto ti cambia la vita
Data: 24/11/2020,
Categorie:
Tradimenti
Autore: voglianascosta76
... avevo preso a succhiarlo senza riuscire a prenderlo tutto, usando anche la mano sinistra, mentre con la destra cercavo di farmi largo tra la gonna e le calze per massaggiarmi la patata che pulsava. Quell’atteggiamento maleducato, villano, incolto, unito a quel cazzo spaventoso e al suo odore di maschio, mi avevano fuso il cervello.
Sentivo i capezzoli esplodere, la bocca dilatarsi a dismisura e la mia patata, che non era ancora stata neanche toccata da lui, stava colando umori senza controllo. La mia lingua passava dal glande fino a tutta l’asta. Poi presi le sue palle pelose in bocca, mentre con la mano mi muovevo sull’asta.
M. mi prese i capelli per affogare la mia testa dentro il suo membro. Io quasi non respiravo ma lo lasciavo fare, mi sentivo a sua disposizione.
“Stasera sei la mia puttana, ti spaccherò la figa e so che lo vuoi, vero, lurida puttana in calore…”
Mi staccai, lo guardai e mi sentii dire: “Si, spaccami, voglio che sfondi la tua troia adesso, non resisto più, stuprami”.
Dicevo cose oscene, che non pensavo sarebbero mai potute uscire dalla mia bocca o dalla mia mente. Sono sempre stata una donna fine che considerava il sesso come un gioco di seduzione, sguardi, provocazioni. In un quel momento ero solo l’equivalente di un animale.
Mi portò di peso in camera da letto. Mi strappò le calze lasciandomi le scarpe. Mi infilò 2 dita dentro e mi insultò ancora, pesantemente, quando vide quanto ero bagnata. Usò il pollice per farsi largo nel mio ...
... culo, senza trovare resistenza. Mi ordinò di supplicarlo per avere quel cazzo dentro. E lo feci.
“sono la tua puttana, ti imploro di usarmi e sfondarmi”. Non potevo vedermi, ma credo la mia espressione fosse trasformata in quella di una oscena puttana in calore.
Mi girò, lo appoggiò da dietro e cominciò a premere. Mi sentii come violata nella mia intimità. Sentii dilatare le pareti, un dolore e calore misto a piacere. Non finiva mai di riempirmi. Urlai, ma non era dolore, era una strana sensazione. Dopo attimi indefiniti, non so dire quanti, la mia figa si abituò e cominciai a mugolare sempre più forte e a roteare il bacino per accoglierlo meglio. Giravo la testa quasi in tono di sfida, sfatta dal piacere. Lui mi dava degli schiaffi forti sulle chiappe e mi diceva parole oscene, irripetibili.
Io le ripetevo e dicevo “siiiii, ancora, sono una cagna, stupra la tua cagna, usala, sfondala, umiliala”. Poteva farmi di tutto. Tutto quanto. Mi vergogno nel timore di essere stata sentita da qualche vicino per quanto le mie urla erano animalesche, come a liberare una voce repressa a lungo dentro di me. Venni in un orgasmo copioso, lunghissimo, devastante. Tremavo ma lui continuava a usarmi. In preda a una sorta di delirio gli dissi di ingravidarmi: volevo sentire il suo sperma colare dalle pareti dopo avermi scaldata, ma per fortuna non lo fece. Mi prese per i capelli e mi ordinò di bere ogni goccia. Lo feci, senza farmi pregare.
Poi tutto finì. Lui si rivestì, mi disse che ero ...