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Konstantin Sergeevič
Data: 13/12/2017, Categorie: pulp, Autore: Osiris
... morte molto dolorosa ma abbastanza veloce. Le avrebbe strappato la vita piantandole un coltello nel cuore un centimetro al minuto. Una decina di minuti di dolorosa agonia prima di una pace serena ed eterna. Sentì i suoi passi farsi sempre più vicini fino a che ricomparì nel suo campo visivo brandendo ciò che aveva promesso, un lungo ed affilato pugnale dalla punta acuminata. Senza mostrare la benché minima traccia di emozione lo avvicinò al suo petto nudo, pronto a compiere quell’inutile sacrificio. Poi successe. La sua pelle percepì lo spostamento aria ben prima che il boato e le schegge la raggiungessero. Qualche metro dietro l’uomo una pesante porta di legno venne sbriciolata da un’esplosione che la spalancò con una tale forza che per poco non la scardinò. Meno di un secondo dopo un lampo di luce pervase la stanza, subito seguito da un boato ancora più assordante. Finalmente anche il viso dell’uomo, sbalzato contro di lei, mostrò l’ombra di un’emozione. Paura e sconcerto si dipinsero sul suo volto mentre si rialzava e iniziava a girarsi verso la porta, ancora brandendo a mezz’aria il pugnale appuntito. Tre piccoli lampi furono seguiti da altrettanto piccoli sbuffi. La ragazza non ne poteva vedere l’origine ma osservò l’uomo barcollare, lasciar cadere il pugnale e riversarsi su di lei a peso morto. Un piccolo rigagnolo di sangue gli colò dall'angolo della bocca mentre sul viso seminascosto affiorò un ...
... sorriso. Le fece un cenno strizzando un occhio, quindi li chiuse entrambi. “Stooooop!” era la voce profonda di un uomo emerso da un angolo nascosto “Fermi tutti!” All’improvviso mille luci si accesero e l’intera stanza si illuminò rivelando quello che era in realtà: quattro pareti finte ed un tetto ancora più posticcio. “Che interpretazione!” esclamò con tono di giubilo dirigendosi verso il centro della stanza. “Ditemi che avete ripreso tutto! Se avete perso solo mezza inquadratura giuro che vi metto sul tavolo al posto suo!” e così dicendo indicò la ragazza. Nel frattempo l’uomo sopra di lei si era rimesso in piedi mentre un altro le aveva allungato un accappatoio con cui coprirsi. “E tu!” si rivolse proprio a lei “Magnifica! Mai visto trasmettere così tanto restando perfettamente immobile. Tre minuti di autentica perfezione artistica. Assoluta perfezione. Nemmeno Stanislavskij avrebbe potuto pretendere di meglio!” Lei lo guardò con un misto di stupore e gratitudine. L’aveva istruita a lungo prima di girare quella scena sottolineando innumerevoli volte che tutto dipendeva da lei e da come sarebbe riuscita a trasmettere pathos, dolore, sconforto, disperazione e, in ultimo, stupore senza poter muovere neppure un sopracciglio. Microespressioni, le aveva ribadito, devi lavorare sulle microespressioni e lei lo aveva fatto. “Lunga vita a Konstantin Sergeevič” rispose la ragazza scatenando l’ilarità generale.