1. Cagna


    Data: 04/12/2020, Categorie: Dominazione / BDSM Autore: scopertaeros69

    ... subito, voleva offrirgli un po' di resistenza, con la mano sinistra provò ad afferrargli l’asta, ma lui era di diverso avviso; come se fosse il segnale che aspettava, senza farla staccare dalla sua gamba la fece girare mostrandogli le spalle, costringendola a mollare la presa. Lei riprese il suo moto ondulatorio, ricominciò subito a godere, bagnando la gamba dei suoi umori, sfregandosi contro il suo padrone, come avrebbe fatto una cagna eccitata. Il primo schiocco anticipò di un secondo il bruciore sulla natica della mano che vi si era abbattuta, esitò un attimo nuovamente, “continua!” intimò perentorio, prima di iniziare nuovamente a sculacciarla. I suoi colpi avevano il duplice effetto di eccitarla e nel contempo resettare l'orgasmo che stava montando su, di quando in quando riusciva comunque a venire e lui allora la colpiva più forte. Sentì che lui dietro di lei si spostava, si tendeva come a cercare di prendere qualcosa sul comodino forse. Alcuni secondi poi di nuovo la mano tra i capelli che la tirava indietro, poi quella sensazione, ruvida, fresca, poi liscia intorno al collo, odore di cuoio; la sua cintura, infilata nella fibbia come un rudimentale collare con guinzaglio. Incontrollabile un altro fiotto bagnò la gamba dell'uomo, seguito da un altro colpo contro il culo di lei... l’improvvisato collare si tendeva non per controllarne il respiro quanto per farle avvertire la lieve presenza della cintura intorno al collo: in quella condizione continuò a calarsi nel suo ...
    ... ruolo di cagna, perdendo la nozione del tempo. Quando le permise di smontare era indolenzita, attirandola per le spalle, si ritrovò distesa sul materasso, la testa oltre il bordo, sfatta, distrutta, sentì il peso di lui lasciare il letto e camminarle dietro. Non ebbe bisogno che lui le ordinasse nulla, aprì la bocca per accoglierlo, con una sorta di inusitata riconoscenza sentì il sapore della sua carne acre di sudore. Prese a scoparle la bocca dapprima lentamente e poi via via più frenetico e profondo, sostando ogni tanto in profondità, fino a costringerla a rilassare la gola per cercare di respirare, spazio che lui inesorabilmente occupava. Seppure soggiogata, sottomessa, dominata, si sentiva libera , felice e potente nella sua condizione di dare piacere al suo uomo che avvertiva ansimare sopra di sé. Non le venne in bocca, si ritrasse appena in tempo per schizzarne il viso di sborra, usando poi il suo stesso uccello per spingerle tra le labbra il frutto del suo piacere. Ancora una volta seppe cosa doveva fare, mandò giù ogni singola goccia per cominciare a ripulire di lingua la sua cappella che teneva sospesa a pochi centimetri dal volto, in paziente attesa che lei terminasse. Ancora il tempo cambiava il suo scorrere, rimase così distesa sul letto, distrutta, mentre nella stanza accanto l'acqua della doccia prese piovere sul piatto della doccia; lui era andato a lavarsi lasciandola lì come uno straccio sulle lenzuola sfatte, un pensiero ad occhi chiusi che non ebbe il tempo ...