Gigolò a settant'anni Cap 2
Data: 13/12/2017,
Categorie:
Dominazione / BDSM
Autore: Chiodino
... li potrei strappare forse ma certo posso arrivare ai capi dei nodi a ciocca e tirarli, liberandomi immediatamente, ma certo non devo farlo, sono un simbolo, un altro simbolo. Mi carezza i seni, con sovrumana levità, succhia i capezzoli e li stringe tra i denti, prima delicatamente per poi arrivare al dolore crescente, ai miei gemiti, mentre la mano scende a frugarmi, anchessa lieve, le cosce, sempre più in alto, su, sempre più su e non è un gemito di dolore che emetto mentre mi bacia e sugge la mia lingua che si arrende e segue la sua, sono estasiata. Le carezze ripetute mi eccitano fino a farmi bagnare ma quando credo voglia possedermi si stacca, si allontana, mi fa porre a faccia in giù. Tremo per il mio culetto vergine. Vergine, a parte i tre peni di plastica...ancora carezze, il pene di lui percorre la riga del sedere, cerca curioso e trova lo stretto e contratto buchetto, vi preme facendomi un poco male ma dandomi sopratutto fastidio, si scosta e cerca l'altro orifizio. Anche qui preme, forse entra un poco perchè mi sento quasi dilatare le pareti vaginali ma neppure qui insiste. Questo tira e molla mi distrugge e mi esalta, anzi perdo il senso di tutto, del dove e del quando. Sono tornata indietro di due mesi, so di nuovo di non potergli rifiutare nulla sono la sua schiava. Ho attorno ai polsi i nastri di seta ma i nodi alla testata sono stati sciolti, ho le mani libere. Quando mai è successo non so e non me ne importa. Importa l'improviso stringere del dito e della ...
... nocca attorno al capezzolo, doloroso tanto da farmi sussultare e gemere ma non tanto da farmi griìdare. Importa che si sia posto steso tra le ginocchia che tengo oscenamente dischiuse. Importa che schiuda le labbra della vagina e con i polpastrelli umidi dei miei umori ne percorra la lunghezza più volte, lentamente circuisca il clitoride che deve essersi rizzato. Importa infine che passi più e più volte la lingua per lo stesso percorso, facendomi ripetutamente quasi uscire di senno, arrestandosi sempre un attimo prima che questo accada nonostante le mie inutili proteste e i colpi violenti con cui mi percuoto le cosce; cerco il dolore perchè il piacere mi sta facendo impazzire. Poi mi chiede di permettergli di possedermi. Non sono certa di aver capito. Lasciare che mi possieda? Non desideravo che questo. Non desideravo che sentirlo mentre guida il glande entro le grandi e piccole labbra sfregando ripetutamente il pistolino già eccitato e certo eretto per aprirsi la strada nel mio corpo, nel mio ventre caldo, per tornare al l'orifizio fremente, in attesa, che lo accoglieva dolorosamente estasiato. Mi sento violare, quasi lacerare e riempire, ma ho già il ventre in fiamme, il calore di cui avevo solo sentito parlare sale, si diffonde mi scalda su fino al cuore, esplode nella mia testa mentre... mentre tutto rotea attorno a me e non so... mi abbandono. Sono vostra, Padrone, sono vostra, la vostra schiava. Le ho sciolto i polsi, la tengo stretta a me. Da un lato è stata una delusione. ...