1. Gigolò a settant'anni Cap 2


    Data: 13/12/2017, Categorie: Dominazione / BDSM Autore: Chiodino

    ... E' inesperta come una vergine la prima notte di matrimonio ed all'inizio altrettanto impaurita. Forse però è questo ad attirarmi, a farmela apparire così desiderabile. Hai molte cose da dirmi mia cara schiava, penso, e mi rcconterai tutto. Avrei voglia del suo sederino, della sua bocca, ma è meglio soprassedere, per ora almeno. Hai goduto come un riccio ma non seI arrivata, nonostante i miei sforzi, all'orgasmo.Potrei scoparmela ancora ma voglio... Cosa voglio esattamente? Solo che la voglio per me. Schiava od amante? Non so. La vorrei amante innamorata ed appassionata come nei momenti ultimi quando si è abbandonata ma al tempo stesso schiava sottomessa, in attesa solo dei miei cenni per soddisfare ubbidiente ogni mio capriccio. Libera di amarmi come una schiava. E' stato bellissimo ed al tempo stesso spossante farla godere anche solo così, negli ultimi istanti e per il resto gelidamente impassibile. Fosse stata vergine sarebbe stato impossibile, già così ha provato dolore. Se avesse saputo di dover anche subire la deflorazione sarebbe stata bloccata del tutto dalla paura. Ma, se pur dopo molto e per qualche momento solo, si è mostrata favolosamente calda. Imparerà. Ci è mancato poco all'orgasmo, pochissimo. Sono io che son venuto meno, secondo almeno i miei vecchi standard. Già i miei standard di un tempo. Più che godere è andata fuori di testa. Il risultato alla fine per lei è stato quasi lo stesso. Gli ho raccontato tutto. Tutto no ma troppo. Quando però mi abbraccia non ...
    ... esiste nulla se non quell'attimo, quel posto, e sono sua. Adoro le mani che percorrono il mio corpo, le sue labbra, ed il momento in cui la sua virilità entra in me, mi fa male e ne gioisco, sua, sua!. Aspetto quel momento ad occhi chiusi, aspetto che il mio sesso si intrida dei miei umori, aspetto che le carezze ed i baci mi preparino all'arrvo del padrone, il suo cazzo. Cazzo cazzo cazzo. Mi piace gridarlo dentro di me. Il grido silenzioso di una parola vietata, impronunciabile per me da sempre, per l'educazione impartitami, che ho fatta mia, proibita fino a poco fa persino nella mia mente. Ti piace questo? Cos'è? Alla mia timida risposta, l'avevo chiamata virilità, aveva riso. No cara è il tuo cazzo, e aveva chiesto che lo ripetessi. Al mio rifiuto mi aveva punita. Da allora lo grido, dentro di me almeno, nella mia testa. Sto vivendo il terzo giorno o forse il quarto, qui, nel suo regno. Dovevo restraci qualche ora soltanto, non oso chiedere spiegazioni Lo amo? Quando usa il mio corpo per il suo piacere e ne godo, dio se mi piace, sono certa di amarlo. Mentre mi porta al patibolo e mi batte sento di odiarlo, o no? No odiarlo no. Cosa provo? Neppure paura, non troppa almeno. So, spero sempre che i colpi siano pochi e leggeri. Sto persino superando l'imbarazzo di dover fare i miei bisogni nella cassetta in giardino, sotto gli occhi divertiti in genere di una delle serve che mi tiene al guinzaglio, nuda ovviamente. Piova o ci sia il sole, di giorno o di notte. Quello che odio ...