1. Quarta parte - Suocera e cognata


    Data: 06/12/2020, Categorie: Feticismo Autore: Frank Zaz, Fonte: EroticiRacconti

    Ormai la relazione tra me e mia suocera andava avanti da diversi mesi: tra di noi c’era grande complicità, ma ovviamente in famiglia nulla trapelava di quello che combinavamo quando gli altri non c’erano. Cercavamo sempre di fare in modo di rimanere da soli per qualche ora, in maniera da poter dar fondo ai nostri desideri: i suoi di sesso ed i miei di sesso e piedi. Un bel giorno dovevo andare a casa sua a portare degli abiti vecchi da consegnare alla Misericordia; ovviamente mi ci recai ben prima dell’ora che avevamo concordato: alle 14,30 ero a casa sua. Salii le scale ed entrai. Oltrepassai il corridoio e vidi che come al solito lei stava armeggiando in cucina. “Buongiorno . . . sono arrivato un po’ prima . . .”. E lei: “Me lo aspettavo . . . ed un po’ lo speravo . . .”. Si voltò verso di me e mi sorrise maliziosamente. Contraccambiai il sorriso ed aggiunsi: “C’è un po’ di tempo ancora, prima che si possa andare alla Misericordia, che ne dice se lo passiamo in maniera “costruttiva”?”. Era ovvio a cosa mi stavo riferendo. Nel frattempo avevo buttato gli occhi sui suoi piedi: calzava un paio di scarpe nere, tacco molto basso ma non ballerine, veramente molto graziose. Lei mi sorrise di nuovo e rispose: “Ho appena finito qui in cucina, però credo che per oggi sia meglio stare qui: il massaggino solito anti-indolenzimento credo che sia la cosa migliore da fare. Mi stava dicendo che oggi non voleva fare sesso; voleva limitarsi a concedermi i suoi piedi. Oltretutto notai che ...
    ... parlava senza mai dire chiaramente quello che voleva comunicarmi, come se qualcuno stesse sentendo e come se questo qualcuno non dovesse sapere più del lecito. Inizialmente ignorai questa sensazione: in fin dei conti i piedi me li avrebbe dati, per cui non mi dovevo di certo lamentare; ma nonostante tutto non ero completamente tranquillo. Si sedette nella sedia, io mi sedetti a terra, e dolcemente le tolsi le scarpe. Le sorrisi, abbassai lo sguardo e cominciai a dedicarmi ai suoi piedi. Li carezzai, sollevai le gambe finché le sue piante non furono all’altezza del mio viso e dolcemente me le appoggiai in faccia. Aprii la bocca ed iniziai un lento massaggio con la lingua. Percorsi le sue piante dolcissime con la mia lingua sapiente. Leccai con trasporto quei piedi voluttuosi. Mordicchiai i suoi calcagni, le succhiai le dita. Poi mi rituffai sotto le sue piante calde. Nel frattempo lei mi si rivolse con naturalezza e tranquillità e mentre le stavo leccando di nuovo le piante dei piedi mi chiese quasi in maniera distratta (ma poi capii che non era affatto distratta) se qualcuno sapeva della mia passione per i suoi piedi. La guardai al di sopra delle sue dita e le risposi: “Certo che no !!”. “Ne sei proprio sicuro??” mi chiese ammiccando un sorrisetto. Mi gelai: la mia sensazione era giusta. In casa c’era qualcun altro che aveva sentito tutto ed ora sapeva . . . Ora capivo anche perché non aveva mai rammentato il sesso: chi era in casa doveva sentire soltanto tutto quello che ...
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