Scommessa nello stagno
Data: 14/12/2017,
Categorie:
Gay / Bisex
Autore: adad, Fonte: Annunci69
... jeans sdruciti e una stinta camicia blu con le maniche strappate via. Le sue braccia erano massicce, i bicipiti gonfi come palle di cannone e gli avambracci grossi quanto le mie cosce. Sentii una sensazione di calore che mi si irradiava dallo stomaco, mentre con gli occhi seguivo le grosse vene prominenti che gli si gonfiavano dai polsi alle spalle.
Poi riconobbi la sua faccia: si trattava di Jim Travers, uno degli operai che era stato licenziato recentemente da mio padre, nei confronti del quale in una intervista aveva espresso minacce neanche tanto velate. E ora stava lì, esattamente fra me, i miei vestiti e l’unica via di fuga.
Sperai che proseguisse la sua strada, ma non lo fece. Invece si sedette e iniziò a slacciarsi gli scarponi da lavoro, ci cacciò dentro i calzini un tempo bianchi, poi si rialzò si sganciò la cintura e prese a sfilarsi i jeans. Apparvero allora alla vista le sue pallide cosce muscolose e poi i grossi polpacci pelosi.
I lembi della camicia gli coprivano l’inguine, ma quando ripiegò i pantaloni e si voltò per poggiarli sopra gli scarponi, ebbi modo di vedere di sfuggita le sue schiappe carnose. Erano coperte da un velo di peluria visibilmente più chiara all’interno dello spacco. L’uomo tornò a girarsi verso l’acqua e si sbottonò la camicia, rivelando un petto poderoso, spolverato di riccioli castani, e un addome che Michelangelo non avrebbe saputo scolpire di meglio.
Capezzoli carnosi dello stesso delizioso rosa delle labbra sporgevano dai ...
... pettorali. Scesi con gli occhi verso il basso, oltre l’addome, verso il folto groviglio riccioluto che cresceva attorno alla base del suo grosso cazzo. I coglioni penzolavano sciolti al di sotto del batacchio incappucciato: si sollevarono leggermente, quando lui si stirò le braccia sopra la testa, e tornarono poi a rilassarsi ondeggiandogli pesantemente fra le cosce.
Se mai un uomo fosse uscito fuori dalle mie fantasie, quest’uomo era Jim Travers! Cosa non avrei dato, mi chiesi stranito, per toccare quel corpo eccitante, per leccare le vene che gli si ramificavano lungo l’interno delle braccia e delle gambe, per affondare il volto fra le sue cosce e respirare il suo profumo.
A parte questo, però, ero terrorizzato che lui potesse riconoscermi. Allora mi tirai più indietro, al riparo dei rami pendenti, chiedendomi come poter sgattaiolare via senza essere visto.
Jim si tuffò in acqua, facendo appena increspare la superficie dello stagno; rimase sotto per un pezzo e poi riemerse a circa un metro e mezzo da dove mi ero nascosto. Lanciai un grido, senza volerlo. Gli occhi marrone gli si spalancarono e lui sputò acqua dalla bocca, quando mi vide.
“Ma che diavolo? – farfugliò – Pensavo di essere solo qui!”
“Mi dispiace… - feci io, timidamente, con la voce di un’ottava più alta del solito – Bella giornata per una nuotata…”, e mi sentii un idiota a dire una cretinata del genere, quando avrei voluto tanto uscirmene con qualcosa di più originale!
Mi sentivo intimidito ...