1. K e gianni


    Data: 14/12/2017, Categorie: Gay / Bisex Autore: Holling, Fonte: Annunci69

    «Non dobbiamo contare, dobbiamo fare una volta ciascuno».
    
    Estate degli 11 anni, vacanza presso una zia di K, madre di Gianni, suo coetaneo.
    
    K aveva passato l’inverno a sperimentare con l’amico del cuore, Claudio. Poi qualcosa si era allentato quando Claudio aveva cominciato a parlare di usare la bocca: lo aveva visto fare nel bagno della scuola, da un ragazzo della sua età ad uno più grande. K non ne aveva voluto sapere.
    
    Con Gianni tutto era successo semplicemente. La lotta come pretesto per sfregamenti, piccoli orgasmi veloci, poi toccamenti più espliciti, con la mano che dopo essere passata sopra, la volta dopo vi indugiava, e quella ancora successiva tirava giù la chiusura lampo e si infilava e nel buio scavallava l’elastico degli slip per afferrare, manipolare, saggiare, prendere e dare piacere.
    
    Un giorno decisero: quando siamo soli in casa, proviamo a strofinarcelo sul buco, dietro. A turno. Sì ma comincio io. No, comincio io. E quanto dobbiamo stare sotto? Facciamo così, chi sta sotto conta fino a cinquanta, poi tocca all’altro.
    
    Così fecero per un paio di volte. Con l’ansia di chi stava sopra, di non riuscire a fare in tempo, e la furbizia di chi stava sotto, che qualche volta passava da 30 a 41. L’altro protestava, ma così si interrompeva, e insomma nessuno dei due se la godeva davvero.
    
    Allora, seduti uno accanto all’altro al tavolo per i compiti delle vacanze, con le mani che già avevano cercato a trovato senza poter mai entrare nella patta (la zia ...
    ... era in casa, non si poteva osare), K fece le sua proposta: facciamo una volta ciascuno.
    
    Dapprima Gianni non capì: «Già lo stiamo facendo».
    
    «No – spiegò K – chi sta sopra comanda, e ci sta quanto gli pare. E fa quello che vuole. E chi sta sotto accetta e fa tutto quello che gli viene chiesto.
    
    Soprattutto non protesta per il tempo. Poi la volta dopo chi stava sopra si mette sotto».
    
    Gianni rifletté pochi secondi: «Va bene, comincio io a stare sopra».
    
    A K venne in mente Claudio, che invece tendeva a stare sotto, gli piaceva di più. Per questo con lui tutto era filato via liscio, perché a K piaceva stare sopra. Gli piaceva condurre il gioco, decidere, e penetrare quando col suo piccolo arnese riusciva a farlo. Riusciva a penetrarlo sempre più spesso, a mano a mano che, negli ultimi sei mesi, il suo pisello aveva acquistato in dimensione. Eppure, ogni volta che con Claudio aveva finito, a K restava come una vaga insoddisfazione: che cosa si prova, a stare sotto? A farsi possedere?
    
    Quindi K forse avrebbe voluto provare, sarebbe stato anche d’accordo a lasciare che Gianni stesse sopra, per la prima volta. Ma non così: Gianni non doveva fare il prepotente.
    
    «Non stai sopra tu, si fa la conta» disse K.
    
    Seduti al tavolo, contarono fino a tre e aprirono qualche dito. Con gran dispetto di Gianni, toccò a K.
    
    * * *
    
    Il giorno dopo, soli in casa per tutto il pomeriggio, Gianni stava in piedi, accanto al divano. Davanti a lui K lo guardava. Poi allungò le mani e gli ...
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