1. Il filo di L - Il fantasma sulla panchina


    Data: 15/12/2017, Categorie: Voyeur Autore: Alba6990, Fonte: EroticiRacconti

    ... magari, l’uomo che sentono è interessato solo ad una botta e via. Quando anche l’uomo che sentono non esiste nemmeno. Ed è quello che sta succedendo adesso ad Elisa. Sono giorni che costruisce i suoi ditalini su chat scritte con un fantasma. Un fantasma che la sta osservando da una panchina, senza che lei lo sappia. “Ma, cuore? Tra quanto ti richiama Lorenzo?” “Sì, amo, dicci tutto!” “Beh ragazze...secondo me mi richiamerà molto presto. In fondo, lui stravede per me!” Elisa è proprio convinta. Ho sentito molte volte la frase “La convinzione fotte la gente”. E direi che questa frase si sposa benissimo con questa ragazza. Si fa proprio violentare dalla convinzione. E dalla stupidità. — - MAURIZIO - — Quella porca è ignara. Che cazzo ne può sapere lei che il suo tanto amato ragazzo che si masturba per lei è seduto lì a osservarla? Nel corpo sudato e grasso di un “pulisci-cessi” del McDonald’s? È proprio rapito, Maurizio. Tra tutte le puttanelle, lei è quella che gli ha piantato il chiodo nel cervello. Quei capelli ricci e rossi. Quelle labbra carnose e colorate da un rossetto lucido e brillante. Quelle tettone sode che sono costrette in un vestitino aderente. Il culo pronunciato che disegna una curva perfetta. E poi adesso! Che beve il suo cappuccino con la schiuma. La schiuma che le ricopre le labbra e lei che se la lecca ...
    ... via con la punta della lingua. In una frazione di secondo immagina che quella schiuma sia il suo sperma. Sì! Glielo farebbe lui il cappuccino. Con tanta schiuma. Lei inginocchiata a terra e lui che la prende a minchiate in faccia, sulle labbra, con filamenti appiccicosi e biancastri che partono dalla sua cappella violacea fino alla sua bocca da porca. La visione è altamente eccitante. Il cazzo gli esplode nei boxer sudici. Letteralmente. Elisa lo guarda mentre si sta pulendo la schiuma da un angolo della bocca. E le sue amiche la seguono. — - ELISA - — “Ommioddio!!!” “Ma stiamo scherzando?!” “Ma quel cesso si è sborrato nei pantaloni?!” “Ma non è che si è fatto la pipì addosso?” “Ti pare pipì quella macchia?!” Sono tutte e cinque esterrefatte. Elisa è a bocca aperta dallo stupore. Si è dimenticata pure del cappuccino che ha in mano. Il rifiuto umano sulla panchina è appena venuto nei suoi pantaloni. Per quanto sia lurido, nella testa di Elisa passa un’immagine fugace di neanche mezzo secondo di come possa essere lo sperma di quell’essere: giallastro, puzzolente, viscoso come uno yogurt, che esce da un cazzo corto e tozzo come quando la lava bollente cola lentamente da un vulcano. L’immagine le crea ribrezzo. Ma in qualche modo le provoca anche un pizzico di orgoglio. È così figa che anche quello schifo è venuto guardandola. 
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