1. Un paziente della Dottoressa Angela - Io, il mio migliore amico e i piedi di mia mamma


    Data: 20/12/2020, Categorie: Incesti Autore: Angela Kavinsky

    ... leccare il tacco di uno degli stivaletti di mamma. Ero incazzato nero, ma anche un po’ eccitato. «Vieni cazzo!» gli ho detto. «Vengo se tu lecchi l’altro piede» mi ha detto. Lì per lì volevo prenderlo per i capelli e tirarlo fuori, ma non potevo. Mia mamma non si svegliava se tenevamo la voce bassa e non facevamo troppo rumore, ma se uno dei due si metteva a urlare beh, era ovvio. Dopotutto era ubriaca, mica in coma. Mi sono avvicinato, mi sono inginocchiato e ho leccato la suola della punta dello stivaletto sinistro, mentre Patrick si occupava di succhiare il tacco di quello destro. Devo ammettere che la posizione era ideale perché mia mamma aveva i piedi appena in fuori dalla parte inferiore del letto, e quindi era facile raggiungerli. «Adesso andiamo!» dissi, ma lui non voleva fermarsi. Ha preso la cerniera dello stivale e mi ha guardato. «Dai Maicol, io il destro, tu il sinistro». L’ho guardato incazzato. Lui mi ha sorriso: «dai, non vuoi mica che tua mamma dorma con ancora addosso gli stivali!». Va bene. Ho preso anche io la cerniera e l’ho tirata giù, poi, facendo più piano possibile, sia io che lui abbiamo tolto gli stivaletti. Aveva dei calzini bianchi con dei pois rossi, con il tallone e la punta tutti rossi. Erano sudatissimi, tanto che si erano incollati alla sua pianta del piede. Quella visione mi ha fatto eccitare tantissimo. Ho avvicinato la faccia e ho iniziato ad annusare. Che profumo paradisiaco! Patrick mia fa: «Ah ma guarda, quello che non voleva neanche ...
    ... toglierle gli stivali!» «Sta zitto e annusa» gli ho detto io. «È il profumo più buono del mondo». Ovviamente non si è fatto pregare. Annusavamo talmente forte che ci mancava il respiro. Patrick ha iniziato dopo poco a tirare un po’ su i jeans di mia mamma fino sopra alla caviglia, e poi ad arrotolare il calzino sul tallone. Ha leccato con la punta della lingua il tallone nudo, poi con calma ha tolto tutto il calzino. È stato lì per qualche secondo ad osservare quella meraviglia, mentre anche io toglievo il calzino. Abbiamo entrambi strusciato la faccia su quei piedi meravigliosi, mentre mia mamma continuava a russare. Mentre lui baciava una ad una le dita, io leccavo la pianta. Poi facevamo il contrario: io le dita e lui la pianta. Scherzavamo su chi dei due avesse il piede più bello, se io il sinistro o lui il destro. In realtà erano identici. «che numero porta? sono belli grossi» mi chiese. «Il 40, ma sono bellissimi!» «È si» disse lui. «Se io avessi una mamma con dei piedi così…». Mentre mi toglievo il bellissimo alluce dalla bocca gli ho chiesto: «Cosa faresti?» «Glieli leccherei tutto i giorni». Poi ha iniziato a leccare appena sotto le dita. «Si certo, e come fai? Glielo chiedi?» «Perché no?». Poi Patrick ha iniziato a sorridere. «Maicol sei pronto? Sto scoppiando!» «Ancora un attimo!» gli ho detto. Volevo assaporare quel momento. Le sue piante erano così morbide, le sue dita così viscide ricoperte dalla mia saliva. Adoravo accarezzare il tallone vellutato, mentre baciavo ...