Enrico, Bea e Silvia
Data: 21/12/2020,
Categorie:
Etero
Sesso di Gruppo
Sensazioni
Autore: A_Scrittore
A_Scrittore�ENRICO, BEA E SILVIA�Era una serata d�inizio Maggio e il sole stava lentamente calando all�orizzonte lasciando nel cielo un forte rossore. Io ero in compagnia di Beatrice, la migliore amica della mia fidanzata, e insieme stavamo uscendo dal centro commerciale con entrambe le mani piene di buste della spesa. Avevamo comprato ingredienti per una bella cena di rimpatrio, dato che lei ci era venuta a trovare dopo quasi due anni di assenza e il tempo l�aveva resa ancora più bella dell�ultima volta. Aveva solo ventisei anni, due in meno di me e di Silvia, e fortunatamente era anche single. Caratterialmente era una ragazza estroversa dotata di buona dialettica, molto disponibile al dialogo e aperta mentalmente. Aveva dei modi di fare piuttosto gentili, non finiva mai di ringraziare, era simpatica e fino al momento dell�uscita dal centro era proprio di buona compagnia, non avevamo fatto altro che conversare in ogni situazione. Fisicamente era un po� in carne, alta un metro e settanta e con una buona dose di curve. Ciò che mi piaceva di più di lei erano i suoi occhi grandi, marroni e sinceri, i suoi lunghi capelli castani e le sue labbra belle carnose che mi era venuta più volte voglia di baciare. Purtroppo però essendo fidanzato non potevo togliermi lo sfizio, ma appena trovavo un attimo, senza che lei se ne accorgesse, gli lanciavo qualche occhiata di troppo dal fare piuttosto malizioso. Osservai più volte il suo fondoschiena dalle natiche sode e ben definite, facendo ...
... pensieri su come sarebbe stato bello palparle a dovere. Passeggiando a ritmo ben cadenzato arrivammo alla macchina, dove posammo le buste nel capiente bagagliaio, liberandoci da un buon peso. Il mio animo gentiluomo mi disse di aprirgli lo sportello e lei mi ringraziò cortesemente, dopodiché misi in moto l�auto e accesi i fari, diretti verso casa. Il tragitto fu veramente silenzioso, nessuno dei due aprì bocca � complice anche la stanchezza � e mentre guidavo, lei era intenta a guardare fuori dal finestrino, probabilmente assorta in mille pensieri. Visto che era girata, colsi più volte l�occasione per gettare qualche sguardo di sbieco alle sue gambe, le cui cosce e polpacci erano messi in ritardo dai neri pantaloni aderenti che indossava fin dal momento in cui l�ero andata a prendere in aeroporto.�-�Forse dovresti azzardare una mossa��-mi suggerì la mia mente.�Inutile dire che dovetti scrollarmi subito quel pensiero di dosso. Conoscendomi sarei finito in una vorticosa spirale in grado di farmi cadere in qualche trappola. Improvvisamente però mi ritrovai a dover inchiodare a causa di un gatto che attraversò la strada poco illuminata all�improvviso. Amante degli animali com�ero dovevo risparmiarlo o altrimenti avrei subito un'innumerevole quantità di sensi di colpa. Lei fu sbalzata in avanti, la sua corsa fu bloccata a metà dalla cintura di sicurezza che gli permise di non finire contro il parabrezza e anche la mia fu uguale. La osservai mentre smaltivo la tensione e la paura; i ...