1. Lo spettro di Alessia


    Data: 27/12/2020, Categorie: Dominazione / BDSM Autore: DemoneDelsilenzio

    ... tutto il tempo che voleva finché non si fosse ripresa. tutti furono molto gentili, ma questo non contribuì in maniera significativa a fare si che Alessia si riavesse dalla tragedia. Una sera di luglio se ne stava in camera da letto a cavalcioni di una sedia: fissava il muro con sguardo vacuo, un unico pensiero per la testa. Era da giorni che ci pensava e ora sapeva che lo avrebbe fatto. Ingurgitò un'altra sorsata di vodka e guardò con sguardo pensieroso la corda oscillare in mezzo alla stanza. Il cappio con il nodo scorsoio era piuttosto rudimentale, ma Alessia sapeva in cuor suo che sarebbe stato sufficiente. Bevve un'altra sorsata, poi si alzò in piedi e scaraventò la bottiglia contro al muro. "Al diavolo". disse a mezza voce guardando la parete bianca macchiata irreparabilmente. Con aria solenne salì sullo sgabello e afferrò la corda: era spessa e ruvida al tatto. Fissata alla trave del soffitto, anche strattonandola non dava segno di cedere. La cosa peggiore che poteva immaginare era di restare agonizzante per terra perché non aveva retto il peso dell'urto. Si infilò la corda attorno al collo delicato e per un attimo le scorsero davanti agli occhi le immagini del suo fidanzato - o in questi casi del suo padrone - mentre la legava. Ma questa volta non c'era trepidante attesa per l'ennesima trovata sadomaso,, solo una landa brulla senza più nulla che vi crescesse. Vedeva il vuoto davanti a sé, solo disperazione. Con l'alcol che iniziava a farsi sentire dentro di lei, si ...
    ... mise in posizione in punta di piedi sullo sgabello. Infilò le mani nei jeans perché non tentassero, in preda all'istinto, di salvarla da quell'ultimo disperato grido che stava per lanciare al mondo. Sapeva che se voleva soffrire il meno possibile si sarebbe dovuta buttare in avanti affinché il nodo le rompesse l'osso del collo in modo netto, per cui si inclinò e lo sgabello rimase in bilico su due gambe. Con la testa che iniziava a girarle rivide in un caleidoscopio la sua vita, i momenti belli e quelli brutti. Ripiombò nella stanza da letto per un ultimo addio alla sua triste esistenza, mentre sentiva lo sgabello sgusciarle via da sotto ai piedi e vedeva il pavimento balzarle addosso. Chiuse gli occhi e sentì un forte schiocco: il dolore esplose nella sua testa come un petardo in un garage. Poi tutto divenne buio. Si era immaginata mille volte come sarebbe stata la morte: tunnel oscuri con un bagliore in lontananza, praterie sterminate di nuvole bianche o caverne piene di lava e di tizi nudi color rosso. Invece c'era solo oscurità. E dolore, tanto dolore. Aprì gli occhi e a fatica riuscì a mettere a fuoco il pavimento della sua stanza. Tentò di muoversi ma le sue mani erano ancora avvinghiate nei pantaloni. Si mise a sedere con fatica e si tastò il collo. Fra le sue dita la corda era stretta poco più di quanto potrebbe essere stretta una sciarpa. Non sentiva ossa fuori posto, anche se le doleva tutto in quella zona probabilmente a causa dell'abrasione. Però la testa e la faccia ...
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