1. Dopo la discoteca - 2


    Data: 29/12/2020, Categorie: Gay / Bisex Autore: honeybear

    ... pulsare: chiedevano libertà!
    
    Per tutta risposta Daniele allargò le gambe e si levò sopra di me, permettendomi una vista migliore del suo torso nudo:
    
    “Niente male… Niente male davvero!” sogghignò.
    
    “Mi prendi in giro. Il mio fisico non è certo paragonabile al tuo! Io sembro goffo e impacciato in confronto a te!”
    
    Come riposta ricevetti una vigorosa strizzatina ai capezzoli:
    
    “Ahia! Ahia! - protestai - Così mi fai male...”
    
    “Per forza devo punirti: dici una minchiata dietro l’altra!” e rise.
    
    Fece per chinarsi su di me a chiedere perdono. Ma le mie mani si posarono ancora una volta su quel petto d’acciaio, chiedendogli di restare dov’era. Scesi io lentamente ad accarezzare quel manto nero, soffermandomi a giocherellare con le dita intorno all’ombelico:
    
    “Puoi scendere ancora, se vuoi…”
    
    Ero imbarazzato. Scendere ancora voleva dire arrivare alla zona pubica. Timidamente iniziai a giocare con l’elastico delle mutande:
    
    “Non morde, sai. Non che io sappia almeno!”
    
    Mi feci coraggio e lasciai scivolare la mano all’interno degli slip. Accarezzai la soffice nuvola di pelo pubico che mi diede il benvenuto, afferrai con decisione la cappella umida per passare poi all’asta e tastare la consistenza dei coglioni! Di nuovo esitai:
    
    “Coraggio… Va' avanti…” la sua dolcissima voce assunse un tono quasi paterno.
    
    Chiusi gli occhi mentre gli cingevo i fianchi e lentamente gli abbassavo mutande e pantaloni alle ginocchia sfiorandogli le cosce tese e muscolose. A quel ...
    ... passaggio ebbi un sussulto nelle parti basse. Quando li riaprii vidi svettare davanti a me il suo enorme uccello. O almeno a me pareva tale (se confrontato al mio). Spuntava dall’intrico di peli pubici che, a rovescio e con minore estensione, disegnavano lo stesso ventaglio del torace. Curvava verso l’alto, come una specie di banana; la cappella rossa era bagnata dal suo liquido pre-spermatico che gli colava abbondante lungo tutta l’asta cui erano attaccate un paio di palle chiuse in un sacchetto bello gonfio e peloso.
    
    “Finalmente ce l’abbiamo fatta! – disse ridendo di gusto – E levati quell’espressione da pirla che hai in faccia! Adesso è il mio turno!”
    
    Si mise in piedi davanti a me, liberandosi di ogni indumento e scoprendo così definitivamente il bel paio di gambe tornite, pelose e sode. Deglutii…
    
    Afferrò con decisione l’elastico dei miei boxer, invitandomi a sollevare il bacino per agevolarlo nello spogliarmi. Ci mise un secondo:
    
    “Come dicevo, davvero niente male!” mi strizzò l’occhio mentre mi scappellava. Dopo essersi scappellato a sua volta, si buttò sopra di me, fissandomi con uno sguardo malizioso. Mi prese alla nuca spingendo la sua bocca contro la mia e premendo la lingua sulle mie labbra, chiedendo di poter entrare. Ottenuto l’accesso, riprese ad ispezionare a dovere ogni centimetro del mio palato. Ed io facevo del mio meglio per tenergli testa.
    
    Tornai a palpargli il petto, disegnando la linea dei fianchi fino ad agguantargli il culo. Si staccò dalla ...