1. Ogni maledetto weekend (parte quinta)


    Data: 10/01/2021, Categorie: Tradimenti Autore: Stalio, Fonte: Annunci69

    Lei: "Se mi prometti di stare zitto lo metto in vivavoce." Annuii col capo.
    
    Schiacciò il tasto verde e poi quello del vivavoce: "Ciao Mario, scusami. Ti stavo chiamando, ma poi ho realizzato che oggi è domenica. Speravo che lo squillo non fosse partito."
    
    Lui: "Non disturbi Elena, tu non disturbi mai." Il marpione.
    
    "No, è che ho una perdita sotto il lavandino della cucina, e ti volevo chiedere se puoi passare, quando hai tempo." Mario è un idraulico.
    
    "Ma certo. Anzi sai che ti dico? Visto che adesso sto uscendo da casa di un cliente perché ho fatto una riparazione urgente, facciamo che passo da te tra dieci minuti? Se è una sciocchezza te la risolvo subito."
    
    "No Mario, non è urgente."
    
    "Elena, se non lo facciamo adesso andremo per le lunghe. La prossima settimana sarò impossibilitato."
    
    "Ma no, dai. E poi... non c'è neanche Giulio."
    
    "Passo solo un attimo a dare un'occhiata."
    
    "Ok, ti aspetto. Sei molto gentile." E chiuse la chiamata.
    
    Ero sbalordito, Mario mi stava per piombare in casa e si sarebbe scopato Elena, con me presente.
    
    "Ma non potevi aspettare a chiamarlo? Cosa faccio adesso io?"
    
    "Nasconditi nello sgabuzzino, togli la suoneria del cellulare e non fiatare. Lui sa che non sei in casa."
    
    "Ma cose da pazzi. Ti fai scopare sotto i miei occhi?"
    
    "Mi hai già visto in albergo, no?"
    
    "Elena, io, porca miseria, ma perché?"
    
    "Senti Giulio: Mario arriverà a minuti, cercherò di fare presto, una mezz'oretta al massimo. Poi mi faccio una ...
    ... doccia ed usciamo. Mi viene fame, dopo."
    
    Aveva addosso un vestito intero, molto leggero, sotto era corto, abbondantemente sopra le ginocchia.
    
    Si tolse le mutande che erano già bagnate. La signora era eccitata.
    
    "Perché senza mutande?"
    
    "Giulio non rompere i coglioni, vai a nasconderti, magari portati una sedia così starai comodo."
    
    Ormai rassegnato mi nascosi nello sgabuzzino, feci spazio, sistemai la sedia, poi mi ricordai una cosa: "Elena, non ti stai scordando niente?"
    
    Mi allungò un foglio di carta piegato più volte su se stesso: "Qui c'è il nome. Non leggerlo ora, ti devo dare delle spiegazioni ed adesso non c'è tempo."
    
    Mi misi il foglio di carta in tasca e mogio mogio entrai nel mio nascondiglio senza chiudere la porta, proprio nel momento in cui squillò il campanello. Elena aprì direttamente.
    
    Avevo lasciato la porta dello sgabuzzino socchiusa, e da quei due cm di fessura riuscivo a vedere abbastanza. Speravo che i due piccioncini rimanessero nella sala, ma non mi ero accordato con Elena su questo punto.
    
    Mario entrò in casa con la sua cassetta degli attrezzi, vidi che non era vestito da lavoro, indossava pantaloni chiari leggeri di lino e sopra una maglietta verde. Memore di quello che prima mi aveva detto Elena, lo guardai in mezzo alle gambe: indubbiamente aveva il cazzo duro.
    
    Salutò subito Elena con degli innocui bacetti sulle guance, ma strusciandole il pacco addosso. Il porco glielo aveva già fatto sentire.
    
    "Elena, allora, mi dici quale è ...
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