Volevo fare una buona azione.
Data: 16/01/2021,
Categorie:
Tradimenti
Autore: alfeo56, Fonte: Annunci69
... fosse abbattuto, con gli occhi lucidi e la voce triste; io facevo di tutto per farmi notare, accavallando le gambe e fingendo di allargare e sventolare distrattamente il collo della camicetta per il caldo. Niente: non mostrava alcuna reazione ed io cominciavo a scoraggiarmi.
Finalmente, quando stavo ormai per disperare che se ne accorgesse, notai il suo sguardo che si posava sulla scollatura e rimaneva qualche secondo ad ammirare la curva dei seni. Rapidamente tornò a distogliere lo sguardo, ma dopo un po’ cominciò anche a sbirciare di sottecchi le mie gambe nude accavallate. Il primo passo era fatto: l’interesse sessuale si stava risvegliando! Ora però toccava a me passare all’azione, altrimenti sapevo che lui non avrebbe mai trovato il coraggio.
“Ehi Claudio che fai? Mica mi stai guardando le gambe?” Chiesi sorridendo.
Lui arrossì e subito distolse lo sguardo: “Ma cosa dici? Figurati … io … a te … e poi in un momento come questo … “
“Guarda che non c’è nulla di male: anzi questo vuol dire che ti stai riprendendo. E poi è comprensibile per un uomo che non fa l’amore da tre anni!”
Lui arrossì nuovamente e non disse nulla, ma io non lo mollai.
“In questa circostanza anche una signora anzianotta e un po’ malandata come me può apparire desiderabile”
Lui si scosse: “Ma che dici? Tu sei ancora così giovanile e … bella!” Molto bene: avevo centrato il tasto giusto!
“Ma sono io che non devo …” proseguì iniziando a singhiozzare.
“Sciocco, non ti devi ...
... scusare, vieni qui!”
Con il braccio lo attirai a me e gli feci appoggiare il capo sulla mia spalla. Lui si lasciò tirare e si abbandonò continuando a singhiozzare mentre gli accarezzavo il viso e la testa un po’ calva. Dopo un paio di minuti si tranquillizzò e cominciò a dire: ”Grazie Emilia, sei così buona!” ma notai che nel frattempo non staccava gli occhi dalla vicinissima scollatura. Il momento era arrivato: gli presi la testa tra le mani e gli stampai un bacio sulla bocca, lasciando le mie labbra incollate alle sue. Poi lentamente la mia lingua cercò di farsi spazio tra le sue labbra chiuse trovando inizialmente resistenza: dopo alcuni istanti, però, si aprì una breccia e potei cominciare ad esplorare delicatamente la cavità cercando il contatto con la sua lingua. In pochi secondi quel bacio forzato si trasformò in un appassionato vorticare di lingue che durò a lungo. Alla fine lui si staccò bruscamente dicendo: “Aspetta, non possiamo fare questo … tu sei mia cognata … ci conosciamo da trent’anni, conosco tuo marito come un fratello … e poi tua sorella … mia moglie, è morta neppure un mese fa!”
“Claudio, io amavo mia sorella, ma lei ora non c’è più e tu praticamente non vivi da tre anni a questa parte: ora devi tornare a vivere. Lo devi a lei, alla tua famiglia, a te stesso! E cosa c’è di più bello che sia proprio io, la sorella di Assunta, quella che ti conosce da quando eri un giovanotto e conosce i tuoi sentimenti, a riuscire a riportarti alla vita?”
Non so quanto ...