1. Volevo fare una buona azione.


    Data: 16/01/2021, Categorie: Tradimenti Autore: alfeo56, Fonte: Annunci69

    Racconto di fantasia, che prende spunto da un fatto reale raccontatomi da un’amica, ma completamente riveduto affinché non sia identificabile.
    
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    Mi chiamo Emilia, vivo in una piccola città del centro Italia, ho cinquantacinque anni e purtroppo li dimostro. Da alcuni anni mi sono un po’ appesantita, le braccia ingrossate, un po’ di pancia e cuscinetti sui fianchi; le cosce sono un po’ grosse, anche se le gambe e le caviglie sono ancora abbastanza elastiche ed eleganti. I glutei non sono più quelli di una volta: pur mantenendo un discreto tono muscolare (grazie ai quotidiani esercizi di ginnastica), hanno perso la loro perfetta rotondità e mostrano qualche preoccupante accenno di cellulite. Il mio seno prosperoso (una 4^ abbondante), che è sempre stato un punto fermo del mio orgoglio femminile, non regge più elasticamente il suo peso e, pur non essendo cascante, finisce con l’appoggiarsi un po’pigramente sul torace; anche le aureole attorno ai capezzoli si sono estese perdendo leggermente d’uniformità. I miei capelli ondulati, sempre neri e folti, cominciano a mostrare qualche filino bianco che nascondo con la tinta. Insomma mi guardo allo specchio e mi vedo mestamente in fase di decadenza!
    
    Sono sempre stata una brava moglie ed una tranquilla madre di famiglia: ormai i miei due figli sono grandi (un maschio ed una femmina di 26 e 22 anni) ed a casa ci stanno sempre più di rado. Mio marito Aldo è un ...
    ... brav’uomo, lavoratore e premuroso, ma anche lui –a quasi 60 anni- comincia a mostrare forti segni di decadenza fisica e tende a diventare abitudinario e pantofolaio.
    
    Sulla mia quieta situazione familiare poco più di un mese fa è venuto ad impattare un evento molto triste, anche se ormai ineluttabile. Dopo una lunga e dolorosa malattia, la mia sorella maggiore Assunta, che era sempre stata il sostegno del suo nucleo familiare, si è spenta a 57 anni, lasciando il marito e tre figli: il maggiore di 28 anni lavora già nel nord Europa, mentre gli altri due (un ragazzo ventiquattrenne ed una ragazza di 19 anni), sono ancora a casa. Durante il periodo della malattia di Assunta, mi sono recata spesso nella cittadina di provincia dove vivono (a circa 80 Km da casa mia) e le sono stata vicina, sopperendo anche alle necessità domestiche che Claudio, il marito, ed i figli sono piuttosto inadatti ad assolvere.
    
    Circa un mese dopo il funerale, avevo preso l’impegno di andare a stare alcuni giorni da loro per organizzare un po’ le cose: lasciai le istruzioni per le faccende domestiche a mio marito ed ai ragazzi, presi l’auto e partii.
    
    Durante il viaggio pensai a lungo a quanto mi aveva detto mia sorella quando aveva capito di avere ormai poco tempo: “Quando non ci sarò più io, pensa tu a Claudio: da quasi tre anni si è praticamente annullato per seguire la mia malattia, ma ora è importante che torni a vivere, ad essere un uomo normale. Sono certa che tu saprai come fare, me lo ...
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