1. La Capa (2a parte)


    Data: 20/01/2021, Categorie: Etero Autore: manuelrizzoli, Fonte: EroticiRacconti

    ... leccò un lobo e con la mano mi prese in mano il cazzo da sopra ai pantaloni – sento che ti faccio ancora effetto allora – - Se tu credi che io sia già contento dall’altro giorno ti sbagli. Io ti voglio tutta, e quando dico tutta voglio dire tutta! Si girò dandomi la schiena e si sollevò il vestitino scoprendo il perizoma che aveva indossato. Pizzo nero, esattamente il tipo di lingerie che preferisco: - Tu vuoi questo vero….? Rimasi pietrificato alla vista di quel culo, sodo, tondo, perfetto. - Domani sai cosa facciamo? Ci prendiamo un giorno di permesso e ce ne andiamo alla mia casa campagna, che dici ti va? Non ci volevo credere. Mi sembrava ancora tutto così impossibile, e invece stava capitando veramente a me. La mia capa mi stava invitando a passare la giornata nella sua casa in campagna! Saremmo stati dalla mattina alla sera a scopare, lontani da occhi indiscreti, senza timore di essere scoperti. Un sogno che si stava sempre più facendo realtà. Presentai quindi senza ulteriori indugi la mia richiesta di permesso che venne subito accettata dal fratello di Elena, il socio di maggioranza dell’azienda e, di conseguenza, il vero boss, colui che mi aveva fatto il colloquio un paio di anni prima e mi aveva assunto… Se avesse saputo… Vabbè, meglio non pensarci. Oltretutto lo odiavo, era un grandissimo pezzo di merda… La casa di Elena era a Pinerolo. Era di famiglia ma il marito il giorno seguente era al lavoro e il figlio a scuola. Non c’era possibilità di sorprese sgradite. ...
    ... Pinerolo è a circa 50 Km da casa mia, avrei quindi impiegato un’oretta scarsa per arrivarci. Ci eravamo dati appuntamento per le 9 in modo che la mia uscita di casa, convivevo con quella che sarebbe diventata mia moglie, non avesse destato sospetti. A causa del traffico per un incidente arrivai a Pinerolo verso le 9,20 avvisando Elena che avrei tardato. “Io sono arrivata, ti aspetto, e intanto mi preparo….” Quei puntini di sospensione dicevano tutto. Non potevo avere idea di come l’avrei trovata, ero eccitatissimo dall’idea che una donna così figa, sexy, desiderata da schiere di uomini, avesse scelto me. Arrivai. La casa era una villetta indipendente con un piccolo giardino recintato. Suonai il campanello, nessuno rispose al citofono ma il cancellino si aprì. Entrai attraversando il piccolo giardinetto, arrivai alla porta di casa e mi accorsi che era socchiusa. La spinsi quindi per entrare. Mi ritrovai nel salone, davanti a me il tavolo della sala da pranzo, prima di esso a destra un mobile col televisore e un paio di credenze vetrate. Di fronte al mobile il divano dove la vidi. Era seduta, le gambe accavallate, le braccia aperte appoggiate sulla spalliera. Una visione incredibile. Aveva optato per un semplicissimo completino intimo nero, niente calze autoreggenti, niente vestaglietta, nulla. Solo il completino nero e delle scarpe décolleté, anch’esse nere, con dei tacchi vertiginosi. Uno spettacolo impensabile, una scelta che più azzeccata non ci poteva essere. - Finalmente! - ...