Il Debito da saldare. Quando la linea tra sacrificio e piacere è sottilissima
Data: 25/01/2021,
Categorie:
Sesso di Gruppo
Etero
Cuckold
Dominazione / BDSM
Autore: hancok
Quando Patrizia, con le lacrime agli occhi, prese le chiavi della porta per uscire, indossava una lunga vestaglia da casa che la copriva completamente dal collo fino al polpaccio; erano le 21,30, aveva finito di sparecchiare la tavola e, come faceva ogni sera, aveva messo a letto nostra figlia Giulia di appena 2 anni. Io con la morte nell'anima ed il cuore palpitante stavo seduto sul divano della cucina, fissando il televisore acceso senza però dare la minima attenzione a cosa trasmettessero, ma cambiando nervosamente canale.Erano passati già 2 mesi da quando Maino Sarfi, il nostro padrone di casa, aveva avuto quell'incontro burrascoso con Patrizia e nulla era cambiato. Ormai avevamo 1 anno di affitto arretrato che con le spese varie ammontava a circa 7500 €; Patrizia aveva provato a convincerlo ad essere clemente, spiegandogli la nostra situazione economica e lavorativa disastrosa, ma lui non aveva voluto sentire ragione ed anzi ci minacciò di buttarci fuori di casa e di denunciarci ai servizi sociali per l'impossibilità di mantenere la nostra bambina. Vistasi messa alle strette, Patrizia per cercare di calmarlo, sfruttò l'unica carta che aveva a suo favore, ovvero un debole evidente che lui aveva per lei; Sarfi, un sessantenne vedovo, solo e trasandato, prese la palla al balzo e ci concesse altri 2 mesi di proroga, scaduto il termine Patrizia avrebbe dovuto fargli compagnia e saldare il nostro debito con la sua disponibilità. Durante quei 2 mesi io e Patrizia provammo a ...
... fare il possibile e l'impossibile, io nonostante la mia gelosia capii che quella di Patrizia era stata una escamotage per prendere tempo e trovare una soluzione, ma fu tutto inutile ed il tempo era ormai scaduto."Allora io vado" disse con voce tremolante, io mi alzai dal divano le aprii la porta di casa e la guardai mentre scendeva per andare nell'appartamento al piano terra dove abitava Sarfi. Cominciai a camminare nervosamente avanti e indietro, rosicchiando le poche unghie che mi erano rimaste, poi con il respiro affannato ed il cuore che mi scoppiava, corsi nel nostro salotto che si trovava sopra la camera da letto del bastardo e mi sdraiai per terra con l'orecchio incollato al pavimento. Sentii loro parlottare per più di dieci minuti, mi parve di capire che lui la stesse incitando ma non sentivo bene. Poi ci fu un lungo silenzio seguito da un tonfo, tipo di qualcosa che veniva scaraventata sul letto facendo cigolare e sobbalzare la rete; Ne seguirono dei suoni cupi, ed allora mi parve di sentire Patrizia che si lamentava, ma purtroppo non capivo bene. Così di scatto mi alzai da terra, controllai che Giulia dormisse nella sua culla, presi le chiavi ed andai al piano di sotto; Sarfi aveva un giardinetto privato che circondava la sua terrazza, scavalcai la rete bassa e feci il giro attorno al suo appartamento per arrivare dietro la finestra della stanza da letto che per fortuna era leggermente aperta. Sbirciai attraverso le imposte per non farmi vedere e li vidi li, sul ...