1. Lulù


    Data: 19/12/2017, Categorie: Etero Autore: Atomico, Fonte: Annunci69

    Odio l’attesa. Amo l’attesa.
    
    Ho i brividi e una sensazione di inadeguatezza diffusa. Mi ricordo dei professori al classico, aprivano il registro e ti cercavano con lo sguardo, o le file per andare a sostenere i tanti esami all'università.
    
    Amo l’attesa, e la odio.
    
    L’appuntamento è alle 20. Io sono pronto, e ho preparato anche la stanza.
    
    Ho tirato le tende, chiuso le serrande. Ora nella stanza non c’è luce.
    
    Mi sono preparato anche io, indosso solo una camicia, che cade morbida sul mio petto abbronzato, bianca, ho in mano due pezzi di seta, nera, che serviranno a bendarci.
    
    Abbiamo fantasticato molto su questo appuntamento, è un incontro che abbiamo coltivato durante le nostre ricche conversazioni. Mi stupisco a volte come si riesca ad andare in intimità con una persona sentendone solo la voce, come si riesca a scavare nelle proprie e altrui fantasie, costruendone addirittura di nuove. Mi piace pensare che ci si elegga in questo modo, trovando similitudini e affinità che escono dalla routine, dalla fisicità, che restano eteree, perché senza corpo e quindi senza forma.
    
    Sono le 20. Odio l’attesa, e la amo.
    
    Suona il telefono. Stanza 224 le dico. Non aggiungo altro.
    
    Non c’è altro da aggiungere.
    
    Sento il mio respiro veloce e poco profondo, chiudo gli occhi, ascolto il mio cuore che bombarda il petto. Sto per essere chiamato per l’esame, il professore guarda me. Mi appoggio contro al muro, prendo fiato, mi tocco, brevemente e lentamente. Sono eccitato, ...
    ... molto.
    
    Amo l’attesa.
    
    Penso: quale sarà il momento più bello?
    
    Caccio via i pensieri. Voglio essere nel presente. Voglio solo sentire adesso, non devo pensare più.
    
    La stanza è spaziosa, con un ingresso, un bagno subito sulla desta e poi la stanza da letto, con un divano ad angolo.
    
    Bussano lievemente alla porta.
    
    Entra. È lei.
    
    La porta si chiude, torna il buio
    
    Sono qui, le dico.
    
    Ti aspetto, mi dice lei.
    
    La sua voce. È lei. E lei è come la sua voce. Calda e profonda. Decisa. Sa quello che vuole. Ma sento eccitazione e desiderio. Sento la sua voce, solitamente ferma, raccogliere emozioni che non resistono e tracimano.
    
    Stiamo dando forma al nostro desiderio, lo stiamo bruciando, non tornerà.
    
    Amo l’attesa, più di ogni altra cosa.
    
    Le vado incontro. La sento respirare. Lei sente me.
    
    Chiudi gli occhi, le dico. Le passo davanti sfiorandola.
    
    Respiro. Il suo profumo. La sua pelle. Le vado dietro, l’afferro per i fianchi. Sento il suo corpo, slanciato, le mani salgono sfiorandole la schiena, e con delicatezza la bendo.
    
    Lei mi cerca le mani, me le stringe. Bendati, mi dice.
    
    Lo faccio, e mentre mi sto bendando mi afferra il collo, inarca la schiena e si appoggio contro di me.
    
    Si muove come una pantera, sinuosa e letale.
    
    Sente la mia erezione, lo strofinamento ha alzato la gonna corta che indossava. Non ha intimo.
    
    Sento la sua pelle contro la mia. Sento il suo respiro più profondo.
    
    Fa scorrere il mio cazzo tra la fessura del suo culo. ...
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