1. Un pomeriggio esagerato (prima parte)


    Data: 20/12/2017, Categorie: Tradimenti Autore: Wandering

    Le nostre vacanze avevano preso una piega decisamente piacevole. Il posto era incantevole e avevamo trovato una sistemazione per la nostra vecchia tenda canadese sotto una pineta a ridosso della spiaggia. Poco distante un chiosco sul mare con i servizi e le docce di acqua dolce dove potevamo procurarci quello che ci mancava e alla sera facevano anche qualcosa da mangiare, un po’ di musica e di compagnia più o meno della nostra età. Aggiungete il desiderio un po’ selvaggio dei vent’anni e immaginate come trascorrevano piacevolmente quelle giornate.
    
    Sulla nostra scassatissima R4 aveva trovato posto anche la Mountain Bike di Sergio il mio compagno, vero appassionato del pedale, con il fisico asciutto e secco dei ciclisti dove ogni muscolo era evidente senza mai prendere massa da palestrato.
    
    Proprio quello che attizzava di più il mio immaginario erotico di ventenne.
    
    Penso comunque di meritare pienamente quel pezzo di ragazzo: 1,75 di altezza, gambe lunghe e ben tornite, un culo forse un po’ abbondante ma sodo e sostenuto con due fossette sulla schiena che facevano impazzire Sergio, due tette piene che sfidano la gravità, capelli corvini, carnagione liscia e olivastra e, cosa di cui vado orgogliosa, due occhi fieri di un verde profondo.
    
    Quel giorno, tornati dalla spiaggia per sfuggire al solleone, dopo esserci rinfrescati sotto la doccia gelata ci siamo preparati una bella insalata arricchita con mozzarella, prosciutto, tonno e olive.
    
    Mentre si terminava di ...
    ... mangiare lo sguardo di Sergio si faceva sempre più insistente sulle mie curve e il bozzo che spingeva sul costume non lasciava dubbi sulle sue intenzioni.
    
    Ci infilammo nella tenda e io, più per provocarlo che altro, feci finta di voler riposare rintuzzando i suoi assalti.
    
    In quel momento il rombo inconfondibile di due Harley Davidson passò a fianco della nostra canadese per arrestarsi nella pineta poco distante da noi. Spinta dalla curiosità a quattro gambe mi diressi verso l’ingresso aprii la cerniera che chiudeva la canadese in modo da poter osservare i due nuovi arrivati.
    
    Dopo aver parcheggiato le moto stavano togliendosi casco e giubbotto che con quel caldo dovevano essere veramente insopportabili.
    
    Uno era un ragazzo sulla trentina alto e ben messo, volto regolare con una bella mascella quadrata insomma il classico belloccio stile americano.
    
    L’altro era più vecchio, anche se dargli un eta’ non era facile, forse più vicino ai sessanta che ai cinquanta: alto, magro, con un capello riccio, forte e non domabile di un nero attraversato da ciocche bianche come se fossero colpi di sole. Il volto era la cosa che colpiva di più: il naso aquilino di un rapace che divideva due occhi come fessure ma di un nero profondo, le rughe disegnavano tutto il suo volto raccontando di una vita trascorsa al sole e senza troppe comodità e davano al suo sorriso un che di beffardo.
    
    Sergio intanto non perse il suo obiettivo e mentre ero intenta ad osservare la scena approfittò della mia ...
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