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La meglio gioventu' 11
Data: 16/02/2021, Categorie: Gay / Bisex Autore: Quandohai17anni
... dissi a Carlo che non sarei nemmeno uscito quella sera, quindi in confronto al divano di casa, quella era una bella serata. Carlo ormai in mutande mi sorrise e avvicinandosi ad un armadio lo aprì per vedere se trovava qualcosa da indossare… Carlo mio, non ti avevo mai visto sotto questo aspetto, quei boxer azzurri mi avevano stravolto, mi bastava poco per eccitarmi… Carlo trovò qualcosa da mettere e infilandosi una maglia larga e un pantalone richiuse l’armadio… poi andò in bagno e lavarsi le mani e mi chiese se mi andasse una birra lì in quella casa di campagna, visto che con quegli abiti non sarebbe mai andato in giro. Io ovviamente accettai, non tanto per la birra ma per cercare il modo per aggiungerlo alla lista dei miei uccelli. Scendemmo nel grande salone e dopo esserci accomodati sui divanetti, Carlo andò in frigo tirò fuori due birre e ritornò a sedersi difronte a me. Carlo continuava a parlare e a parlare di cose che a me non interessavano, o meglio che non mi interessavano in quel momento visto che la mia mente stava cercando piani strategici su come entrare nelle sue mutande…. Ancora Carlo continuava a dire e a dire finché presi io la parola. Interrompendo un discorso sulla scuola dissi: “Posso farti un pompino?” Nel grande salone calò un silenzio tombale, Carlo rimase senza parole, poi si schiarì la voce con un colpo di tosse e disse: “Fede, faccio finta di non aver sentito”; e continuò riprendendo il discorso poco prima interrotto. Mentre io ...
... ormai lo ascoltavo annoiato ripresi la parola con più consapevolezza e interrompendolo di nuovo: “ Posso fartelo un bel pompino?” e proseguì socchiudendo gli occhi e passandomi la lingua sopra le labbra… Carlo mi sorrise, si sollevò dal divano e prendendomi di forza per un braccio mi disse: “ Ho capito, dai Fede, ti accompagno a casa”. Per un momento presi conoscenza e mi sentì turbato per quel affronto che avevo fatto a Carlo, ma subito dopo il cervello cominciò di nuovo ad elaborare pensieri sessuali, mentre Carlo mi spingeva verso la porta della casa, gli andai incontro e con violenza poggiai la mia mano sinistra nella zona inguinale sentendo qualcosa di duro che spingeva all’interno di quei brutti pantaloni larghi che indossava Carlo. Carlo si fermò e diventando rosso in viso mi disse che voleva andare via… continuando a sfrusciare la mia mano sui pantaloni gli dissi: “Shhh… tranquillo, sarà il nostro segreto”. Cercando di convincerlo a tutti i costi. Carlo allora chiuse la porta a chiave e afferrandomi di forza con per un braccio, mi portò in camera da letto. Dopo avermi fatto accomodare sul letto, spense la luce e ritornò da me. Si sdraiò sul letto e si calò i pantaloni fino alle caviglie dicendomi di aiutarlo a sfilarglieli. Divaricò le gambe e afferrandomi per la nuca mi spinse sul suo cazzo. Il mio naso affondò nella foresta dei suoi peli pubici sudaticci, forse per l’emozione. Aprì la bocca e lo ingoiai tutto, ormai esperto anche se al buio posso dirvi che ...