1. Lui, prima e dopo


    Data: 22/02/2021, Categorie: Gay / Bisex Autore: rick090592

    ... trascino io per i capelli fino in salotto!”
    
    Io non mi mossi. Pur avendo il cazzo che pulsava, avevo male alla guancia e al cranio, e cominciavo ad aver paura.
    
    “Su, a quattro zampe ora!”
    
    Mi prese di nuovo per i capelli e io, dopo un lungo sospiro, lo seguii anche se scomodamente sulle ginocchia per timore di prendermi un altro ceffone. Gianluca mi condusse in salotto dove si sedette sulla poltrona, o meglio la sua poltrona, dove si era addormentato un’oretta prima guardando la tele.
    
    “Mettiti qua davanti a me!”, mi ordinò seccamente lasciandosi cadere sulla poltrona. Poi aprì le gambe e mi dissi di avvicinarmi. “Sai”, riprese, “In fondo mi hai fatto un favore facendo quella porcata e facendoti beccare, Rico.”
    
    Sono quasi certo che nella sua voce iniziai a sentire una nota di goduria nel parlarmi co-sì. E, ovviamente, la cosa mi eccitò ulteriormente.
    
    “Come ti dicevo, sono molto incazzato con quella troia, e poi era già da un po’ che volevo dirti che come coinquilino sei proprio un coglione!”
    
    In quell’istante fui stupito, non capendo dove volesse arrivare. Alzai maggiormente lo sguardo per guardarlo meglio negli occhi.
    
    “Ovviamente ora mi caschi dal pero, perché a te bisogna sempre dirti tutto, vero, Rico? O dovrei dire «ricchione»?”, disse senza riuscire a trattenere una risatina. “Sì, hai ragione, meglio «ricchione». Anche se «frocio» è più corto, che ne pensi? Sì, dài, ecco la prima regola di questa casa: tu ti chiami «frocio» d’ora in avanti, hai ...
    ... capito?”
    
    Abbassai lo sguardo, sentedomi umiliato.
    
    “Ho detto: hai capito?”, insistette Gianluca.
    
    “Sì”, risposi timidamente.
    
    “Ehi!”, mi richiamò dandomi un calcio sul braccio, che mi fece cadere dalla posizione a quattro zampe. “Hai capito che cosa ho detto?”
    
    “Sì, ho capito”, risposi a bassa voce.
    
    “Tutto qua? Sarebbe più appropriato chiamarmi «Signore», no?”
    
    “Ehm… sì… Signore…”, esitai.
    
    “Non ho capito bene!”
    
    “Sì… Signore”, alzai leggermente il tono.
    
    Dopo neanche un secondo mi arrivò il terzo schiaffo di quel pomeriggio.
    
    “Convinto!”, urlò lui.
    
    “Sì, Signore!”, questa volta la voce mi uscì in modo molto spontaneo mentre fissavo Gianluca negli occhi.
    
    Nonostante ciò che stava accadendo, chiamarlo «Signore» e guardarlo nei suoi magnifici occhi mi fece venire un’improvvisa voglia di baciarlo. Inspirai aria per provare a rilassarmi e far finta di niente, dopotutto sapevo che limonare con lui non sarebbe stato di sicuro possibile.
    
    “Bene, frocio. La prima regola l’abbiamo detta, ora vediamo di instaurarne altre”, si espresse Gianluca con tono severo ma calmo.
    
    Si sporse poi sulla sua destra e afferrò il suo pacchetto di sigarette, ne estrasse una e se la accese, poi ributtò l’accendino sul tavolino e si rigirò verso di me, che lo seguivo incantato in ogni singolo gesto, colmo di ammirazione nei confronti del suo modo di fare.
    
    Era il mio «amico» Gianluca, da sempre così… maschio, così sicuro di sé… così carino, gentile e simpatico ma sempre intento ...