1. I cavalieri della tavola rotonda 1 - artu' e lancillotto


    Data: 22/12/2017, Categorie: Gay / Bisex Autore: adad

    ... piedi.
    
    Muovendosi lentamente, sempre ginocchioni, lo spinse ad arretrare, fino ad arri-vare al letto,sul quale Lancillotto si rovesciò, sollevando le gambe e ripiegandosele sul petto. Artù fissò ammaliato a magnifica visione che gli si presentava, poi, sempre col dito immerso nel glabro orifizio, prese a leccargli lo scroto, risucchian-done in bocca i grossi ovuli uno alla volta, stimolato ed eccitato com’era, dai guaiti che sentiva provenire dall’amico perso in un delirio di piacere.
    
    Infine, Artù estrasse il dito e baciò teneramente quel morbido buco, esplorandolo con la sua lingua appassionata.
    
    Il cazzo ormai gli stava letteralmente esplodendo: per un attimo fu preso dall’impulso di tirarselo fuori e ficcarlo in quel buco infuocato, in cui tutto avreb-be trovato la sua quiete; ma resistette e, tremando in tutto il corpo di eccitazione repressa, si alzò, si sfilò la tunichetta che indossava, e si distese al fianco di Lan-cillotto, che immediatamente si volse di lato e lo abbracciò.
    
    “Sai di culo…”, sospirò Lancillotto fra un bacio e l’altro.
    
    “E’ il tuo…”, sospirò Artù fra un bacio e l’altro.
    
    “Amore…”, sospirò Lancillotto.
    
    “Ti voglio…”, sospirò Artù.
    
    In risposta, il cavaliere allungò la mano ad infilarla sotto il perizoma di Artù e gli afferrò strettamente il cazzo bollente.
    
    “Mio Dio…”, gemette Lancillotto estasiato.
    
    “Ti vuole…”, gli bisbigliò l’altro all’orecchio, mordicchiandogli il lobo.
    
    “Sì…”, fece Lancillotto e, districandoglisi dalle ...
    ... braccia, si girò sulla pancia, allar-gando un po’ le gambe e puntando in su il sedere.
    
    Artù non perse tempo: gli andò dietro e gli puntò l’uccello sul buchetto slabbrato.
    
    “Non farmi male…”, mormorò Lancillotto.
    
    “Te ne ho mai fatto?”, rispose Artù, chinandosi a baciargli dolcemente prima l’una e poi l’altra chiappa.
    
    “No, ma stavolta ce l’hai più grosso del solito”
    
    “Perché ha voglia di te, amore mio… è passato così tanto tempo dall’ultima vol-ta…”
    
    “Non parlare… scopami…”
    
    Allora, col cazzo puntato sul buco dell’amico, Artù si chinò fino a poggiarsi sulle braccia e cominciò a spingere dentro, lubrificato solo dal sughetto che gli sgorgava in abbondanza.
    
    “Ah….”, gemette Lancillotto, accogliendo il glande poderoso che, forzata agevol-mente la barriera sfinterica, avanzava inarrestabile fra le strette pareti del retto.
    
    Già alle soglie di un orgasmo spontaneo, Artù si godeva rabbrividendo ogni cen-timetro di quella lenta penetrazione, finché giunto alla meta quasi senza accor-gersene, si ritrovò a premere con forza sul culo dell’amico, nel tentativo di entrar-gli ancora più dentro, come desideroso di fondersi con lui in un unico corpo spa-simante di quel piacere, che partendo dal punto di congiungimento, si irradiava incontrollabile in entrambi i corpi.
    
    Artù si godette per un istante quella sensazione sublime, poi prese a muoversi lentamente, attento a non superare il limite del non ritorno su cui stava proce-dendo.
    
    Nel momento in cui sentì il cazzo ...