L'amico etero
Data: 05/03/2021,
Categorie:
Gay / Bisex
Autore: ragusahot, Fonte: Annunci69
... maltrattava le ragazze che gli correvano dietro, facendole soffrire ma al tempo stesso facendo crescere in loro il desiderio, così maltrattava me.
Quando mi vedeva mi umiliava, si avvicinava a me mi abbracciava e si strusciava un po', poi si allontanava dicendo agli altri: >, e ogni volta che mi insultava io volevo essere suo, avrei fatto qualunque cosa per lui, e ovviamente se ne approfittava. Gli era sempre piaciuto il senso di superpotenza che aveva con le donne, e io, anche se uomo, non facevo eccezione, dipendevo da lui.
Una volta superò se stesso di fronte ad un gruppo di amici.
Loro non sapevano che ero gay, si parlava di ragazze, e lui esclamò rispondendo per me ad una domanda:
> mentre accompagnava le ultime parole con un pizzicotto sulla mia guancia.
Io soffrivo terribilmente. Notte e giorno ripensavo a quel pompino che non avrei mai dovuto fare, giorno e notte fantasticavo su ciò che c'era o che non c'era stato tra noi, volevo dimenticarlo, ma finalmente capivo il significato delle parole "a cuor non si comanda".
Poi successe una volta che un gruppo di ragazzi ci incrociò mentre camminavamo con Marco e Sara, si fermarono e iniziarono ad prenderlo in giro:
>
Il volto di Giuseppe si tinse di rosso, lo presi per un braccio e lo strattonai via, loro erano in sette, noi in quattro, e lui aveva un caratterino tale che non si sarebbe fatto scrupoli ad iniziare una rissa che non poteva vincere. Giuseppe si ribellò alla mia stretta per un po' ma ...
... io ero determinato a portarlo via da quel gruppo di delinquenti, girai l'angolo e sparimmo dalla loro visuale, mentre continuavano con altri insulti.
Era un vicolo solitario, proseguimmo e trovammo un posto protetto e riparato da sguardi indiscreti.
A quel punto lo guardai negli occhi, era paonazzo, e quando si arrabbiava così gli pulsava la vena della testa, se la prese con me perché avevo detto a qualcuno quello che era successo tra di noi, ma gli giurai che non era vero.
Per sfogare la rabbia mi assestò un pugno nello stomaco, rimasi senza fiato, poi lo guardai negli occhi e quella lotta si trasformò in qualcosa di molto di più. Mi ritrovai per la seconda volta a sbottonargli la camicia e lanciar via i suoi indumenti, solo che adesso anche lui faceva lo stesso per me, questa volta non ci fu esitazione e ci unimmo in un bacio.
Fu lui a leccarmi i capezzoli e poi l'ombellico, passando per il punto in cui mi aveva colpito poco prima,
mi chiese scusa, ma io non sentivo, ero troppo preso da ciò che stava facendo.
Poi ci scambiammo gli sbbottonai di nuovo i pantaloni, e gli tolsi le mutande, proprio quando stavo per avvicinare la mia bocca al pene, ebbi un lampo di lucidità della mia coscienza:
>.
Ma io non sentivo ragioni in quel momento, e non fu difficile illudermi un'altra volta e scacciare quelle sagge parole dalla mente, iniziai il pompino.
In tutti quei giorni di fantasia non lo ricordavo così piacevole, fu una nuova riscoperta, mentre lui con ...