1. Ape regina


    Data: 06/03/2021, Categorie: Tradimenti Autore: Aleternative, Fonte: Annunci69

    L'ape regina rientrò al termine del volo nuziale. Il rito della fecondazione si era concluso. Lei stessa aveva ucciso il fuco vincitore, concedendogli quel privilegio. Perché la sorte degli altri maschi, gli sconfitti, sarebbe stata ben più crudele: le operaie non li avrebbero più nutriti, condannandoli a morire di inedia.
    
    Accadde tutto in un breve sospiro. Mi succhiai l'universo di un attimo di vita scovato, trattenuto e stretto tutto insieme. E poi … continuai a pulsare.
    
    Mi ero lasciata soggiogare dall’arroganza della giovinezza: lui, nel pieno dei suoi ventisei anni, fiero e superbo come un uomo dall’esperienza più virile. Io, quarantenne, condannata alla routine di una convivenza stanca, appesantita e non stimolante da ambedue le parti. Accadde tutto in un istante. Accadde, dapprima, che diventai la puttana di un ragazzino viziato e vizioso; perverso come pochi, viscido e ossessionato dal sesso.
    
    Da li a poco tempo, l’inedia sessuale di anni aveva provocato i suoi disastrosi effetti: mi ero trasformata in una zoccola clandestina. Facevo cose inaudite, immorali. Dovevo scopare con lui fino a sentirmi esausta, svuotata e anche un po’ indolenzita.
    
    Spesso, dopo i nostri rapporti, le labbra vaginali erano gonfie e di un color rosso vivido. Me le rinfrescavo con l’acqua corrente e provavo una sensazione devastante, quella di un piacere intenso che sfociava in dolore acuto.
    
    Dovevo scopare come un’ossessa, a casa mia, di pomeriggio, fino a 20 minuti prima che ...
    ... rincasasse Paolo dal lavoro. Paolo, il mio compagno, sembrava non accorgersi mai di nulla. Ma un giorno, io e il mio amante, andammo oltre il limite: mi aveva legato al letto, abusando del mio corpo anche con l’ausilio di alcuni oggetti che avevamo a disposizione. Giunti al nostro limite orario, sottomessa dal mio arrogante ragazzino, mi permisi di fargli notare che non c’era più tempo. S’innervosì, s’alzò di scatto e prese i suoi indumenti. Credevo scappasse via mezzo nudo. Ma tornò in camera, impiantò un fallo di lattice con la ventosa alla sponda dell’armadio, mi prese per i capelli e mi costrinse ad inginocchiarmi. Il fallo era un po’ troppo in alto rispetto alla mia bocca. Lo strappò e lo schiaffò per terra facendo appiccicare la ventosa al pavimento. Con un gesto veloce e violento si fece una sorta di coda-maniglia con i miei capelli intorno alla sua mano. Mi guidò la testa con determinazione fino a farmi ingoiare il cazzo finto. Poi mi sputò sulle natiche, più volte e si strofinò il glande in modo rotatorio. Non avevo idea di cosa volesse farmi, ma un istante dopo la sua eccitazione fu decisamente e ferocemente maggiore al dolore e l’urlo che cercai di contenere quanto possibile. Mi aveva letteralmente spaccato il culo, con il suo cazzo di medie dimensioni. Così … in malo modo, nella cavità anale tendenzialmente arida. Iniziò a randellarmi con foga, cacciandomi la testa sempre più in basso, sempre di più per farmi ingozzare di cazzo. Riuscii a trattenere lo spasmo un paio di ...
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