Un perfetto sconosciuto
Data: 10/03/2021,
Categorie:
Gay / Bisex
Autore: adad, Fonte: Annunci69
... tanto il treno si fermava, la gente usciva ed entrava, ma la ressa rimaneva immutata. Appena le portiere si chiudevano e il treno ripartiva, la sua mano riprendeva possesso del mio culo con quell’incessante, quanto emozionante palpeggiamento. Ero eccitatissimo. Ad un certo punto mi sfilai la mano dalla tasca e l’allungai indietro: sfiorai una gamba, doveva essere la sua, perché lo sentii fremere e palparmi con più decisione. Ma non avevo spazio di manovra, a meno di non disturbare gli altri viaggiatori, così mi limitai a tenergli la mano sulla coscia, carezzandola giusto con il movimento delle dita.
La cosa sembrò infervorarlo, perché mi venne ancora più addosso e mentre mi premeva il fianco sul bacino, sentii la sua destra muoversi lentamente, infilarmisi nella tasca, sgusciare oltre il varco e carezzarmi le palle contratte con la punta delle dita e la base del cazzo. Rabbrividii, sentendomi rimescolare tutto… Se era davvero la prima volta che lo faceva con un uomo, se la stava cavando egregiamente! Raddrizzai la schiena e gettai indietro la testa, cercando di aderirgli il più possibile, intanto che dopo i primi tentativi, la sua mano era risalita a impugnarmi l’uccello e adesso me lo segava con esasperante lentezza. Ogni leggero movimento era una stilettata di piacere, che accoglievo con un sospiro profondo. Poi la situazione precipitò: all’improvviso il cazzo mi si irrigidì. Lui dovette capire che stavo per venire e ritirò la mano, ma non servì a niente: con un ...
... fremito che mi si ripercosse fino alla nuca, il cazzo mi esplose e feci appena in tempo a infilarmi la mano in tasca per tenerlo fermo, prima che andasse a sbattere da qualche parte negli spasimi dell’orgasmo.
Chiusi gli occhi e poggiai la fronte al braccio con cui mi tenevo al sostegno. Quando li riaprii, mi accorsi che il treno era arrivato al capolinea e il vagone si era già quasi del tutto svuotato. Mi guardai attorno: non c’era nessuno vicino a me. Stavo per correre fuori, ma mi accorsi dell’enorme macchia di bagnato che avevo sul davanti dei pantaloni. “Cazzo! E adesso che faccio?”, pensai. Poi vidi una rivista dimenticata su un sedile, la presi in fretta e scesi pure io, tenendomela davanti. Corsi all’ingresso della stazione, guardandomi stupidamente attorno, sì davvero stupidamente, perché anche se fosse stato lì per godersi lo spettacolo delle mie reazioni, come avrei fatto a capire chi era? Nessuno guardava verso di me, nessuno sembrava avere un comportamento minimamente sospetto.
Allora, tenendomi sempre coperto con la rivista e stando a distanza dalla gente, per evitare che sentissero il pungente odore di sperma che emanavo, uscii dalla stazione della metro e decisi di tornare a casa a piedi, tanto saranno stati da lì neanche un paio di chilometri.
Inutile negare che sepolta in fondo al mio inconscio c’era l’aspirazione segreta che il tipo fosse ancora nei paraggi e mi venisse dietro: faceva notte ormai e lungo la mia strada c’erano diversi tratti solitari… In ...