Ossessione fraterna - l'inizio della possessione (pt. 2)
Data: 13/03/2021,
Categorie:
Gay / Bisex
Autore: taker87, Fonte: Annunci69
... ancora accennato al fatto che lui è minorenne...”. Li avevo in pungo. Mi sentivo fortissimo. Ora comandavo io il gioco. “Quindi ragazzi, ecco cosa faremo. Voi ora mi riportate a casa e tenete bene a mente l'esperienza di questa sera, perchè non ce ne saranno altre. Voi lascerete in pace me e mio fratello e non vi farete mai più rivedere, e tutto andrà bene”. “Dai ci volevamo solo divertire, era un gioco...” provò a giustificarsi il biondino, ma io lo fulminai con lo sguardo “sta zitto! Un'altra parola e ti sputtano per sempre”.
La carica che avevo in quel momento aumentò man mano che mi avvicinavo a casa. Dovevo anche affrontare mio fratello. Avevo goduto anch'io quella sera, ma mi sentivo preso in giro e usato, prima da mio fratello, e poi da questi due sconosciuti. I ragazzi mi lasciarono a casa e se ne andarono, promettendo di sparire dalla nostra vita. Entrai in casa, era quasi mezzanotte, ma mio fratello era ancora sveglio. Dalla mia partenza era visibilmente preoccupato. Me lo vidi corrermi incontro ed abbracciarmi, quasi in lacrime. “Fabio!! Sei tornato! Cosa ti hanno fatto quelli? Ti prego, io non c'entro niente, non è stata copa mia...” e continuò a dire altro, non so bene cosa, non lo ascoltavo più. Il suo volto era poggiato al mio petto e le sue braccia attorno a me, ma io ero impassibile. Respiravo lentamente, cercando di calcolare bene le mie prossime mosse. ...
... Probabilmente non le calcolai tanto bene, ma mio fratello non lo sentivo più mio. Se non fosse stato per me si sarebbe cacciato in un guaio più grande di lui, e dovevo fare in modo che questa situazione non si dovesse mai più ripetere. Con un gesto fulmineo ed improvviso me lo staccai di dosso e lo afferrai per il collo, avanzando e facendolo indietreggare per qulache passo. Lo appiccicai al muro e lo guardai fisso negli occhi. Lui provava invano a liberarsi dalla mia presa. Il suo sguardo era puro terrore e i suoi occhi carchi di lacrime. Mi avvicinai e con un tono autoritario scaricai tutta la mia frustrazione su di lui “ricordati Alessio che quanto successo stasera non capiterà mai più. Ti ho tirato fuori dalla merda, ma farò in modo che tu non faccia mai più la stessa cazzata. Tu ora sei mio e mio soltanto. Capito? MI HAI CAPITO BENE???” gli urlai. Lui non poteva rispondere, non poteva parlare. Credo non potesse neppure respirare. Nella mia mano salda percepivo il pulsare accelerato del suo cuore. Lo lasciai e lui esplose in un paio di sonori colpi di tosse. Me ne andai di sopra a dormire, lasciandolo lì nel salotto, dove lo vidi accucciarsi a terra piangendo. Mi dispiaceva aver trattato così mio fratello, ma lo volevo proteggere dagli estranei. Lo volevo proteggere dal mondo esterno che si era rivelato pieno d insidie per un ragazzino. Lui non era pronto. Doveva essere solo mio..