La ragazza del mare
Data: 16/03/2021,
Categorie:
Etero
Autore: organ
Perché mi trovavo lì?
Mare, la località non importa, classico mare italiano, ligure, fatto di spiagge invitanti, pomeriggi estivi ricchi di sole e piacevole brezza sulla pelle, profumi gastronomici che salgono dalle cucine e dai bar degli stabilimenti.
L’avevo vista diverse volte, e la sua bellezza era tale, che ogni volta che la vedevo mi stordiva e neppure mi ricordavo cosa fossi venuto a fare in quel posto.
Mi toglieva ogni respiro, non riuscivo a pensare ad altro.
Andavo al mare in giornata per qualche motivo di lavoro, ma sul momento non riuscivo a ricordarmelo, quando la vedevo.
Ero solito andare al bar della stessa spiaggia, la prima volta per sorseggiare qualcosa di fresco, ma le altre volte per rivederla.
Si era instaurata una sorta di rito, io scendevo al bar della spiaggia alla solita ora pomeridiana, preso solo dalla voglia di rivederla, e lei, dopo qualche minuto, come un rendez vous concordato implicitamente, ecco che giungeva.
Bellissima, fisico superlativo, alta, capelli castani chiari, viso da favola, con le labbra sorseggiava il solito cocktail mentre portava gli occhi invitanti dal bicchiere a me e poi ancora sul bicchiere.
Le labbra indulgevano spesso sul bordo del bicchiere, anche se non beveva, amava evidenziarle in quel modo, mentre io amavo pensare che lo facesse proprio per me.
Accidenti, mi dissi la prima volta, si, accidenti alla mia innata timidezza.
La prima volta, dopo qualche minuto se ne andò, ed io rimasi come un ...
... fesso al bar, convinto di essere stato un vero idiota a non saper cogliere quell’occasione, il famoso carpe diem, cogliere l’attimo fuggente.
Certo, di ragazze è pieno il mondo, ma quella, accidenti, aveva proprio un fisico da top model.
Così mi dissi che no, forse non era l’ultima occasione, ed iniziò il nostro gioco silenzioso, fatto di incontri non concordati, più o meno alla solita ora, al solito bar, della stessa località marina.
Ed il gioco, con il passare dei giorni, mi piaceva sempre di più, fatto di emozioni, di pensieri, di immaginazione di quello che la volta dopo poteva succedere di meravigliosamente diverso, finalmente poterla forse avere tra le mia braccia, in un amplesso fatto di trasgressione, ma anche bello nel comporsi e ricomporsi fatto di estetica erotica e piacere.
Per un po’ gli appuntamenti, io li chiamo così, andarono avanti nello stesso modo, lei arrivava, ordinava il solito, mi guardava, io guardavo lei, sentendo ogni volta sempre più calde sensazioni, fisiche ed emotive, ma un giorno…..
Si, un giorno qualcosa cambiò.
Fu lei a prendere l’iniziativa.
Si rivolse a me dicendomi: ciao, è da un po’ che ti vedo in questo bar, sei di qui?
E lo disse come se fossimo due persone che si conoscevano da tempo, due amici che si ritrovano dopo un po’, certo non come due sconosciuti che si parlano la prima volta.
Io risposi: no, sai, non sono di qui.
Ma in questo bar vengo sempre molto volentieri..
Nella mia testa volevo evidenziare ...