1. Monica


    Data: 20/03/2021, Categorie: Dominazione / BDSM Autore: winoxe

    Gioco forza bloccato da una rovinosa caduta per le scale, avevo la gamba sinistra ingessata e deambulavo per casa con un paio di stampelle. Le mattine scorrevano lente e noiose tra la Tv intrisa di pseudo cuochi che tentano di convincerti che tutto quello che hai finora mangiato è tutta merda e che solo loro sono i depositari del gusto. Mia moglie prima di andare a lavoro mi preparava tutto l�occorrente a portata di mano per evitare di farmi muovere e lasciando le chiavi di casa a Monica, la nostra vicina affinché venisse di tanto in tanto a controllare che tutto andasse per il verso giusto e che avessi bisogno di nulla. Ignara di aver generato un mostro, mi aveva inconsapevolmente consegnato nella mani di Monica. Veniva spesso a trovarmi e mi accudiva amorevolmente senza mai approcciarmi dal punto di vista sessuale ne tantomeno io, viste le condizioni fisiche in cui versavo, la provocavo in qualche modo. Però ogni qualvolta che entrava nella mia camera nei suoi occhi leggevo perfidia, un velo perfidia calato in un attimo che subito spariva ma sapevo in cuor mio che la sua indole perversa le induceva pensieri non proprio da buona samaritana. Avevo un gambaletto di gesso che superava il ginocchio su cui amici e parenti si era divertiti a scrivere di tutto che pesava una tonnellata e mi impediva i movimenti più semplici. Anche se avevo tutto quello che mi occorreva a portata di mano, la natura chiama e una mattina feci una gran fatica tutto da solo per andare in bagno. Ero un� ...
    ... impresa eroica sedersi sulla tazza e fare quello che si deve in quei momenti e fino a quel giorno me l�ero cavata niente male. Accadde ciò che mia moglie temeva: dopo aver espletato i miei bisogni e ripulitomi per bene stavo per ritornare a letto quando la stampella che avevo nella mano destro si incastra e cado rovinosamente a terra. Il dolore che provai mi fece quasi piangere, tentai dopo un po� di rialzarmi ma senza successo quindi rimasi lì per un�oretta fino a che non sentii aprire la porta d�ingresso. Era Monica e pensai con sollievo che mi avrebbe dato una mano a rialzarmi. La chiamai e lei arrivò di corsa mi vide a terra appoggiato con la schiena al muro e mi chiese se mi ero fatto male. Gli risposi di no e fu allora che vidi che sorrise con l�aria del gatto che ha appena acchiappato il topo. Indossava uno dei classici camici che usano le donne in casa con i bottoni sul davanti e aveva i capelli raccolti con un elastico; mi scavalcò e pensai che volesse tentare di alzarmi infilando le braccia sotto le mie ascelle prendendomi dalle spalle invece si diresse verso il water si abbassò le mutandine fino alle caviglie e urinò, si asciugò sommariamente con la carta igienica e prima di alzarsi si liberò completamente dello slip fece lo scarico e si avvicinò a me a passi lenti, compassati tenendo le mutandine nella mano sinistra e facendole roteare come se fossero una borsetta in mano ad una puttana da strada. Gli chiesi che intenzioni avesse ma non mi rispose mi scavalcò con ...
«123»