1. Kidnapped - parte 3


    Data: 28/03/2021, Categorie: Gay / Bisex Autore: foxtied, Fonte: Annunci69

    ... ed eretto, e lui continua a stimolarmi, scoprendo il glande e strofinandolo con il pollice.
    
    Arrivano due suoi scagnozzi che, ad un suo cenno, senza troppi riguardi mi infilano un plug anale, bloccandolo con del nastro adesivo. Mi applicano poi degli elettrodi tra le gambe, sull’addome e ai capezzoli, collegando il tutto ad un apparecchio per elettrostimolazione. Lui si siede di lato al tavolo e, ruotando un potenziometro, inizia ad inviarmi piccole scosse elettriche... ad intervalli regolari, non posso fare a meno di contorcermi sul tavolo dove sono immobilizzato e solo il bavaglio mi impedisce di gemere. Va avanti almeno per una ventina di minuti, applicando le scosse metodicamente e stimolandomi al contempo i genitali, mantenendo il pene eretto e duro. Poi mi masturba lentamente ma in maniera continua... alternando la masturbazione alle scosse, finché, quando sto ormai per venire grazie a questa forma di tortura, mi infila un profilattico, senza tirarlo verso la base, ma avvolgendo solo la parte superiore del pene: mi porta all’orgasmo, facendomi fiottare copiosamente dentro il cappuccio. Non si ferma se non quando il mio pene si ritrae, perdendo turgidità. “Ok, fateglielo ingoiare e poi tappategli bene la bocca”. I due eseguono, sgonfiando la palla che mi riempie la bocca, togliendo il profilattico e spremendomelo dentro attraverso l’anello, fino all’ultima goccia del mio sperma. Infine diversi giri di nastro adesivo grigio mi sigillano la bocca, spalancata dal ...
    ... ring-gag.
    
    Mi lasciano legato sul tavolo, con gli elettrodi collegati e il plug anale ben infilato e bloccato. Ho ingoiato tutto il mio sperma e, mentre cerco vanamente di muovermi, penso alla situazione in cui mi trovo: rapito e ridotto sostanzialmente a un giocattolo sessuale. Passa il tempo, almeno un’ora, finché i due tornano e, sempre senza dire una parola, rimuovono gli elettrodi, il plug e poi mi slegano... mi tolgono il bavaglio e mi fanno sedere: mi ammanettano i polsi dietro la schiena, poi le caviglie... usano delle fibbie di cuoio nero, collegate tra loro da anelli e catene. Mi infilano un bavaglio a maschera che reca all’interno un fallo di gomma atto a riempirmi la bocca, poi mi fanno cenno di scendere e di camminare nella direzione che mi indicano.
    
    Entriamo dentro una stanza abbastanza grande, senza finestre, con un letto già attrezzato con anelli e corde, una sedia in legno in un angolo, forata sulla seduta e sempre dotata di anelli e corde. Mi liberano i polsi per qualche istante, ma solo per ammanettarmeli davanti e poi collegarli alle caviglie. “Lì c’è un bagno, fai ciò che devi fare e fatti una doccia, torniamo tra un’ora”. Escono e chiudono la porta a chiave.
    
    Resto in piedi nel centro della stanza, sulla moquette rossa che ricopre il pavimento... istintivamente muovo le mani verso la bocca, pensando di rimuovere il bavaglio ma, non solo la catena non è abbastanza lunga, ma mi rendo conto che la fibbia serrata dietro la nuca è bloccata con un lucchetto... ...