1. Era una notte buia e tempestosa - 1


    Data: 31/03/2021, Categorie: Gay / Bisex Autore: adad, Fonte: Annunci69

    ... succhio!”
    
    Ed era vero. Adoravo il suo cazzo, sempre pronto a rispondere alle mie sollecitazioni, sempre pronto ad elargirmi i suoi doni preziosi… Roberto mi si fermò davanti.
    
    “Ti è piaciuto il mio racconto?”, feci, giusto per non dargliela subito vinta buttandomi famelicamente sul suo pisellone.
    
    “Controlla da te…”, rispose lui lascivamente, avvicinandosi a strusciarmi sulle labbra la dura protuberanza nei suoi pantaloni.
    
    Cristo santo! Quel ragazzo era un concentrato di libidine che non mi faceva capire più niente! Feci per sganciargli la cintura dei pantaloni, ma lui allontanò con fermezza le mie mani e volle fare da sé. Se li sbottonò, quindi, abbassò la zip e si aprì le falde della patta.
    
    Fissai ammaliato il triangolino candido dei suoi slip, avvertendo già il calore e il profumo di quello che vi si nascondeva sotto… e “Quello” era il sogno della mia vita: uno dei cazzi più belli, lasciatemelo dire, che possa mai capitare di vedere, non solo nella realtà di tutti i giorni, ma anche nelle riviste e nei filmati pornografici. Poggiai le labbra sul tessuto caldo e aspirai l’aroma conturbante che ne traspirava. Roberto aveva l’abitudine di darsi sempre sotto le ascelle e sui peli del pube qualche spruzzo di colonia, che mescolandosi all’odore della sua pelle, del suo sudore e, in questo caso, del cazzo, formava una fragranza particolare, che mi faceva semplicemente sciogliere le budella.
    
    Annusare tale fragranza dai suoi slip e dalle sue magliette, che ne ...
    ... risultavano impregnati, era uno dei miei piaceri più strippanti in assoluto. E lui lo sapeva e lo usava per dominarmi.
    
    Sempre tenendo lontane le mie mani, Roberto si calò i pantaloni a mezza coscia e tornò ad accostarsi con l’inguine alle mie labbra. A quel punto, non ressi più: lo agguantai per le chiappe e lo tenni fermo, mentre mi avventavo a mordere la lunga protuberanza carnosa che gli si allungava diagonalmente sotto gli slip.
    
    Lui ridacchiò di gola, soddisfatto, e si lasciò adorare. E solo dopo che gli ebbi ridotto fradicio il davanti delle mutande, mi permise finalmente di tirar fuori il suo stupendo mangano… uno sleppo di oltre venti centimetri, con un diametro di sei, cilindrico e perfettamente bilanciato, con solo una leggera curvatura all’insù, ad accentuarne la linea snella ed elegante. Già solo a vederlo, te lo sentivi scorrere avanti e indietro nel buco del culo, e non desideravi altro!
    
    Leccai l’orlo sfrangiato del prepuzio e ci feci scivolare sotto la lingua: era già abbondantemente bagnato. Allora tirai giù la spessa pelle carnosa, slinguando golosamente il roseo pomello a mano a mano che lo scoprivo: un’operazione, questa, che mandava Roberto altrettanto fuori di testa, come attestavano i suoi sospiri estatici. Una volta interamente sgusciato, ingoiai quel frutto gustoso e diedi inizio al banchetto.
    
    Sbocchinare Roberto era un’esperienza totalizzante, una festa lecca-e-succhia per lingua e palato. Sembrava di avere in bocca una prugna levigata, matura e ...