1. Era una notte buia e tempestosa - 1


    Data: 31/03/2021, Categorie: Gay / Bisex Autore: adad, Fonte: Annunci69

    ... sugosa, da cui continuava a fuoriuscire nettare zuccherino. Con una mano tenevo stretta l’asta, perché non mi sfuggisse dalla bocca nella foga del pompino, con l’altro gli carezzavo i coglioni, che si andavano rattrappendo nella loro serica borsa. E lui si teneva forte alle mie spalle e muoveva leggermente il bacino, sospirando. Poi, d’un tratto, le palle gli si incordarono e lui si inarcò con un Ohhh, che gli veniva dal profondo dell’anima. Stava venendo. Allora gli serrai le labbra alla base del glande e attesi il fiotto liberatorio, che mi dilagò sulla lingua e mi riempì la cavità orale.
    
    Ingoiai tutto e continuai a succhiare, finché non gli si fu smollato. Leccai poi con cura l’ultimo rivolo di sperma dal cannolone ormai molle e infine glielo rimisi nelle mutande.
    
    “Per la miseria, - esclamai, guardandolo – questa è stata la madre di tutte le sborrate!”
    
    Parlavo a fatica, avevo ancora la bocca impastata. Lui ridacchiò.
    
    “Te l’ho detto che avevo letto il tuo racconto!”, e si richiuse i pantaloni.
    
    “Non vedo l’ora di farti leggere questo, allora…”, dissi, alzandomi per abbracciarlo.
    
    Ci baciammo: a lui piaceva baciarmi dopo che lo avevo succhiato, gli piaceva cercare i suoi sapori nella mia bocca.
    
    “Mettici anche me nel tuo racconto…”, mi bisbigliò.
    
    Chissà perché, l’idea mi inorridì: Roberto era mio, solo mio!
    
    “Tu fai parte della realtà, tesoro…”, cominciai.
    
    “Credo che…”, mi interruppe lui.
    
    “Il numero di Giancarlo è sulla rubrica.”, tagliai ...
    ... corto.
    
    Lui scoppiò a ridere.
    
    “Stronzo! – fece – Adesso che sono appena venuto!”, e mi abbracciò forte.
    
    “Vai, adesso, tesoro…”
    
    “Sì, che devo finire quella cazzo di memoria per il tribunale.”
    
    Roberto lavorava a quei tempi in uno studio legale che si occupava di perizie per il tribunale o roba del genere… non ci ho mai capito niente. Sulla porta si voltò e mi mandò un bacio.
    
    “Mettimi nel tuo racconto…”, ripeté.
    
    “Fuori!”, urlai e appallottolai un foglio, fingendo di lanciarglielo.
    
    Ero pazzo di lui! Rimasto solo, mi risedetti al tavolo, presi la penna e tornai a fissare il foglio davanti a me.
    
    ‘’Era una notte buia e tempestosa, il vento ululava fra le cime degli alberi, curvandoli coi rami fino a terra…’’
    
    In effetti, non era facile andare avanti, partendo da questa premessa. Mettimi nel tuo racconto… Gesù, ma cosa gli era saltato in mente a quel ragazzo?
    
    No, mi ripetei, Roberto è soltanto mio e non voglio dividerlo con nessuno, neanche nelle fantasie di un racconto… figurarsi di un racconto porno!
    
    ‘’Era una notte buia e tempestosa…’’
    
    E che cazzo vuoi che succeda in una notte buia e tempestosa? Sarà meglio cambiare idea di partenza… Mettimi nel tuo racconto…
    
    D’un tratto, qualcosa mi germogliò nella mente… E che cazzo! perché no? I pensieri, fin’allora bloccati, presero a muoversi, dal cervello scorrendomi lungo il braccio fino alla penna , che vibrò come la bacchetta di un rabdomante… I personaggi cominciarono ad acquistare volto e presenza, ...