1. E poi, ancora lui


    Data: 04/04/2021, Categorie: Prime Esperienze Autore: Sanna

    Vi direte. Va bene Sanna, avrai cambiato parrocchia dopo aver provato un signor cazzo. È no! La figa continuava a piacermi! E la situazione tra me e lui erano rimaste pressoché simili, lui continuava ad essere il responsabile del locale ed io una cameriera. Passavano così i mesi, dove io continuavo a ricercarmi l'avventura, finché non ho conosciuto lei. Bella, due occhi azzurri da perdersi, un seno generoso, labbra sottili, capelli castani, per me una dea, magari lei non l'ha mai creduto e mai accettato ma i suoi chili io li adoravo, dal primo all'ultimo. Era scontrosa, antipatica, stronza. Ma non riuscivo a toglierle gli occhi di dosso. Ci ho messo un po', mi sono fatta aiutare dal web, e da alcuni conoscenti in comune, sono riuscita a starle simpatica, prima di affondare il colpo. Riuscivo a parlarle solo la mattina, tramite i social, la vedevo poche volte a locale, ma quelle volte cercavo di servirla al meglio. Me ne ero innamorata? Non lo so, ma di sicuro mi piaceva da matti. - Beh, sei riuscita a fartela? La confidenza, ovviamente, era normale dopo quella prima volta. Avevo persino dormito a casa sua, lui sul divano io nel suo letto. Quello che voleva l'aveva ottenuto, quindi non vedo perché infierire sul cadavere, così aveva concluso riaccompagnandomi a casa. - Non ancora, ci sto lavorando. Li feci un occhiolino e Lui mi rispose con un sorrisetto. La cosa andò avanti per parecchio, mesi, poi arrivò il fatidico sì. - Domani sera hai la giornata libera, ti va di uscire? ...
    ... - Certo, ti passo a prendere? - Ok, a domani! Ho passato la sera in perenne estasi, lavoravo come se fossi drogata, non mi stancava niente, neanche una tavolata di 50 persone del tutto senza controllo. - Da quel che vedo ci sei riuscita! - Perché dubitavi? - Assolutamente no! Diremmo come due scemi, poi d'un tratto si fece serio. - Poi mi racconti? Ricomincia a ridere più forte. - Perché non sai cosa succede tra due donne? - Si, lo immagino, ma sapendo che hai provato altro, mi chiedo ancora come riesci ad accontentarti. - Accontentarmi? Non mi accontento, mi prendo ciò che voglio e voglio una figa bagnata, da succhiare e leccare, un seno florido da mordere, un culo… non mi guardare così! - Come ti guardo? - Come se mi volessi scopare. Non eri tu quello che “ho avuto ciò che voglio, non voglio infierire sul cadavere”? Lo sguardo cambiò, da voglioso ad incazzato. Mi prese per un braccio strascinandomi nel magazzino, una volta lanciata dentro si è voltato chiudendo la porta. - Ma ti sei ammattito! Che cazzo ho detto? - Ripetilo! - Cosa! - Cosa avrei detto? - Che non volevi infierire sul cadavere! E quindi? Non ti ho mai rinfacciato niente, non mi sono mai lamentata, non ti ho mai cercato. Ma che cazzo vuoi? Non mi rispose, mi costrinse contro il muro schiacciandomi contro la parete. - Forse avrei voluto che mi cercassi, come una cazzo di donna qualunque, invece no! Mi hai lasciato in pace, mi hai sbattuto il culo in faccia, senza ritegno, facendomelo desiderare, si questo culo! ...
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