-
Un gioco al primo incontro
Data: 07/04/2021, Categorie: Tradimenti Autore: flirestone, Fonte: Annunci69
Decidemmo di vederci dopo due anni passati a scambiarci mail e a chattare con intensità erotica crescente. Ormai ci conoscevamo a memoria. Non nel fisico, ma nelle intenzioni. Lei scese dall’auto e subito mi parve davvero bella. Si era vestita come sapeva mi sarebbe piaciuto, come sapeva mi avrebbe fatto impazzire. Portava una gonna di jeans appena sopra il ginocchio e una maglia sotto la quale i capezzoli già svettavano liberi da ogni costrizione e per questo già ben visibili sotto il tessuto viola. Capelli da leonessa, trucco in pratica inesistente. In quei dieci passi che dividevano la sua dalla mia auto il suo seno ondulò appena con una naturalezza che solo due tette veramente sode potevano possedere. Mi raccontava di avere una terza e io la prendevo in giro dicendo che dalle foto che mi aveva mostrato non si sarebbe mai detto. In verità avrei presto verificato con mano la sua vera taglia. Non riuscivo a staccarle gli occhi di dosso. La feci salire sulla mia auto e l’imbarazzo ci colse. Con risatine e sorrisi tirati cercammo di creare un clima che assomigliasse almeno in lontananza a quello che con tanta semplicità sapevamo costruire nelle sessioni di chat. Trovammo un posto tranquillo in cui parcheggiare l’auto e dopo qualche altro discorso per sciogliere la tensione lei mi disse con fare malizioso: “E allora? Facciamo il gioco?” Chiaramente accettai. Tanto si sarebbe proceduto a piccoli passi. Toccava a lei mettere le sue mani sotto la mia ...
... maglia, a tastarmi il petto. Mi carezzò piano studiandomi i pettorali e soffermandosi sui miei capezzoli. L’eccitazione già era nell’aria. Lei non vedeva l’ora di fare cambio di ruolo. Era la mia volta. Anche io partii chiaramente dalle sue tette, sotto la maglia. Non appena le mie mani entrarono in contatto con la sua pelle la sentii fremere. Salii verso le sue tette che aspettavano da tempo il mio tocco. Tette più che sode. Capezzoli duri come sassolini. Il suo respiro si fece rumoroso. Era tempo di fare cambio. Questa volta lei tornò all’attacco con la sua bocca, e cominciò a succhiarmi i capezzoli. Non aveva molto margine di manovra perché il mio petto villoso non le permetteva di spaziare con la lingua. A quel punto non c’era altra strada se non quella verso l’alto e in un attimo intrecciammo le nostre lingue. Non saprei dirvi com’è la mia lingua, ma la sua era ruvida, di un ruvido che mi accorsi poi avere una conseguenza spettacolare. Ci staccammo presto perché il gioco doveva continuare senza troppi contrattempi. E dalla sua bocca passai a posare le mie labbra sulle sue tette. I suoi capezzoli si fecero se possibile ancor più duri di prima e il mio succhiare le fece inarcare indietro la schiena. Mani, bocca e lingua non si staccavano più da quelle due meraviglie. Non ne avevo mai viste di così belle. Glielo dissi. Sembrò gradire. Anzi, sapevo che stava gradendo. Ad un tratto mi scansò via con una certa veemenza. Aveva voglia del mio cazzo. La ...