Quando si dice un sogno - 3
Data: 08/04/2021,
Categorie:
Gay / Bisex
Autore: adad, Fonte: Annunci69
Ci ritrovammo nella sua camera, uno di fronte all’altro, io con le mani sulle sue spalle, lui sui miei fianchi. Ci guardavamo negli occhi, non sapevamo che fare. Avvertivo il tremito delle sue mani, l’ansia che lo pervadeva, forse si aspettava qualcosa da me, qualcosa che aveva immaginato nel suo sogno, ma non sapevo cosa: non ero io quello coinvolto… anzi, cominciavo anche a sentirmi alquanto a disagio. Confesso che avrei voluto essere da tutt’altra parte e in tutt’altra situazione. Ma cosa gli era passato tutto d’un tratto per la testa? Mai aveva dato segno che qualcosa non funzionasse in lui. Era bello, etero, le ragazze gli correvano dietro: cosa gli aveva preso da svegliargli una mattina con tutta questa voglia di cazzo? E adesso lo voleva pure nel culo! E da me, dal suo migliore amico! E pure me stava trascinando nel suo delirio. “Mi piaci tu”, gli aveva detto poco prima: cosa intendeva? Da quanto tempo lo stava rimuginando?
Abbassai gli occhi e lo vidi eccitato. In quel momento, mi sciolse il telo che mi ero avvolto attorno ai fianchi e la sua mano si protese a carezzarmi le palle rilassate e il cazzo molle.
Ero talmente imbarazzato, che non provai niente, non sentii niente, e più lui continuava a sollecitarmi, più avevo l’impressione che stesse manipolando un pezzo di carne morta che neanche mi apparteneva. Tanto per fare qualcosa, che mi aiutasse a colmare quel vuoto imbarazzante, tesi la mano verso il suo uccello e glielo carezzai: ce l’aveva turgido e sembrò ...
... fibrillare al mio tocco.
Alex sospirò e chiuse gli occhi, godendosi la mia carezza. Vederlo così rapito mi commosse e lo smanettai un po’ su e giù, bagnandomi tutta la mano con il suo spurgo. Al che, riaperti gli occhi e tornato a fissarmi, Alex mi prese per il polso, mi staccò la mano dal suo cazzo, la sollevò all’altezza della bocca e prese a leccarla lentamente… Con gli occhi fissi nei miei, mi leccava piano il suo spurgo dalle dita; poi lentamente si inginocchiò, mi scappellò l’uccello moscio e lo prese fra le labbra, vellicandolo delicatamente con la punta della lingua, prima di risucchiarlo dentro. Stavolta il mio cazzo non rimase carne morta: appena fu avvolto da quella lingua calda, pastosa, le sue fibre ripresero vita e con un guizzo si inturgidì, lasciandogli in bocca solo il glande, che lui prese a succhiare e slinguare con vera bramosia.
Dopo un po’ mi artigliò con le mani entrambe le natiche e mi spinse ancora più a fondo nel suo cavo orale.
È innegabile il piacere che provavo, ma ero anche bloccato da una sorta di imbarazzo, inspiegabile visto quanto era già successo fra noi; ma che volete? avevo come la sensazione che ci stavamo spingendo troppo oltre: cazzo, eravamo due normali ragazzi etero, con gratificanti rapporti etero alle spalle: bastava l’astinenza del periodo prima degli esami a giustificare tutto questo?
D’un tratto, Alex si sollevò in piedi; aveva l’aria stravolta. Mi disse in fretta:
“Mettimelo, dai.”, e si girò, dandomi le spalle e ...