Quando si dice un sogno - 3
Data: 08/04/2021,
Categorie:
Gay / Bisex
Autore: adad, Fonte: Annunci69
... piegandosi con le mani poggiate sul letto.
Rimasi di sasso, la gola secca incapace perfino di deglutire: si fa presto a dire
“mettimelo”, ma come si fa a ficcare l’uccello nel culo del tuo migliore amico? Mi sembrò impossibile che un affare grosso come il mio potesse infilarsi in un buco di culo. Sì, lo sapevo bene che ci sarebbe entrato, lo avevo visto in tanti di quei porno… ma erano culi di donna e sembravano così molli… così larghi d’apertura che il cazzo del maschio non faceva nessuna fatica ad entrarci, ma questo? questo era il culo di un uomo! un solido e muscoloso culo maschile!
“Per favore, mettimelo…”, ripeté lui, spingendo il bacino verso di me.
“Ma sei sicuro? – tentai ancora di schermirmi – Ti faccio male…”
“Non fa niente… mettimelo…”
Allora gli aprii le natiche per individuare il pertugio: era un bottoncino roseo, grinzoso… incredibilmente serrato. Mi guardai attorno.
“Dov’è che tieni i preservativi?”, gli chiesi.
“Li ho finiti…”, mormorò lui, quasi in tono di scusa.
Per un momento provai un senso di sollievo: li avevo finiti pure io.
“Come facciamo, allora? – dissi – Lasciamo stare, dai.”
Ma Alex non si mosse.
“Mettimelo così… Cazzo, Franco, non sono malato e neanche tu!”
Contento lui… Mi accorsi che con tutte quelle chiacchiere avevo perso l’erezione, così me lo menai un poco, mentre il mio più caro amico rimaneva in attesa. Quando fui di nuovo pronto, glielo appoggiai sul buchetto e spinsi… La cappella sbavata scivolò ...
... verso il basso. Lo presi e lo rimisi al suo posto, mentre Alex, un po’ spazientito, si teneva le natiche larghe con le mani. Glielo puntai di nuovo, stavolta la punta si collocò nella leggera depressione dell’ano e non si mosse quando diedi una spinta leggera. Non si mosse, ma neanche avanzò.
Provai diverse volte inutilmente, e dire che nei film sembrava così facile.
“Non ci riesco, Alex, non riesco a entrare.”, confessai alla fine, quasi vergognandomi.
Al che, lui si raddrizzò, si girò a guardarmi e con un sorriso birichino:
“Non ti arrendere, super eroe! – mi disse – Stenditi sul letto, ci penso io.”
Allora mi distesi supino, lui si chinò su di me e me lo succhiò per qualche minuto; poi ci sputò un paio di volte sopra.
“Tienilo diritto.”, mi disse e, mentre io lo impugnavo tenendolo dritto, lui mi si mise a cavalcioni e ci si sedette sopra!
Il suo peso sortì l’effetto.
“Oh….”, sospirò lui, mentre il mio glande spugnoso gli forzava la resistenza dello sfintere e sgusciava al di là dell’apertura.
“Oh…”, sospirai io, quando mi sentii serrare dolorosamente sotto la cappella da una morsa strettissima.
Alex mi fissò: c’era dolore nei suoi occhi verdi, ma anche determinazione. Cercò le mie mani, ce le intrecciammo con forza; rimase un momento immobile, poi prese a spingere verso il basso. Il mio cazzo cominciò a penetrare nel suo culo un millimetro straziante dopo l’altro. Il dolore che gli stavo procurando non doveva essere indifferente, visti i gemiti ...