Confusione e ritorno 6 - Ci sono cascato ancora
Data: 08/04/2021,
Categorie:
Gay / Bisex
Autore: Alberto Bellettini, Fonte: EroticiRacconti
Che fare per la festa patronale? Andare con la mia ragazza che sarebbe partita il giorno dopo, o con il mio migliore amico Antonio? Alla fine scelsi per quella che mi sembrava la cosa più giusta: passare l'ultima serata con Giada, ma l'avevo promesso ad Antonio, al quale non avevo raccontato nulla del pomeriggio in spiaggia. All'epoca non c'erano cellulari, e lo chiamai a casa. "Antò, non possiamo andare alla Festa insieme. Devo stare con Giada perché..." Nemmeno il tempo di continuare la frase, e Antonio mi zittì: "So tutto, capisco bene e sono contento. Non preoccuparti, ma raccontami le cose dal punto di vista di un maschio, perché Giada non è entrata nei particolari". Io trasecolai: "Coooooosa? Che ti ha detto? Comunque Sono innamorato, ed è morbidissima con tutte quelle curve. E poi ha un sacco di peli là sotto - dissi sorridendo -, e diciamo che ho fatto il coniglio perché sono venuto dopo pochi secondi dal suo contatto con la mano sul mio cazzo". Antonio rideva: "Ahahah so tutto. Ma succede spesso, specialmente quando vedi il mio culo". Chiudemmo la telefonata permettendoci di rivederci il giorno dopo per la partita di calcetto agli impianti sportivi vicino casa sua. E mi preparai per la festa, ma il pensiero delle tettone di Giada mi fece perdere la lucidità, e così mi misi a gambe larghe sul letto. Iniziai a solleticarmi le palline, e poi la punta, piano piano fino a quando dopo qualche minuto sputai tanto di quel succo che potevo riempire la bocca di Giada. Alla ...
... festa lei si presentò in maniera molto informale: un jeans Levi's chiaro abbastanza moodellante, una maglia gialla attillata a strizzare quei seni enormi. Ci baciammo, tenendoci per mano in quella confusione diretti verso il luna park, con la paura che ci vedesse suo padre, un tipo possessivo e all'antica. Giada mi ripeteva: "Ti amo". E io ero in Paradiso, tanto che osai baciarla sotto il Ranger, la giostra più pericolosa, sussurrandole: "Io vengo a Modena con te, non ti lascio sola". Intanto intravidi mia sorella Erika, col suo inconfondibile culo. Si avvicinò a noi, abbracciò Giada e mi sussurrò all' orecchio: "Quel maiale di Antonio mi ha fatto la mano morta nella confusione, e si è strusciato sulla mia mano. Era eccitatissimo, che schifo". Ero incazzato dopo questa rivelazione: ero geloso, sia di mia sorella che di Antonio. Io e Giada andammo via dopo un'oretta, era l'ultima sera e non volevo restare a bocca asciutta. Ci appartammo in un vicoletto poco illuminato, e iniziai a baciarla appassionatamente, toccando quelle tettone. Lei ansimava, ed era eccitata. Lo capii quando entrammo a casa sua, nel pianerottolo da dove parte la lunga scala che porta alle stanze. Lei era indecisa se fare una mossa, io no: le abbassai i jeans, le mutandine bianche che leccai avidamente, e poi infilai la bocca in quella foresta di peli neri. Giada era in trance: "Mmmm nooooo, non l'ho mai fatto. Ah ah aaaaaaaaaaah - ripeteva sparando frasi senza senso - che solleticoooooo". Quei peli mi ...