Confusione e ritorno 6 - Ci sono cascato ancora
Data: 08/04/2021,
Categorie:
Gay / Bisex
Autore: Alberto Bellettini, Fonte: EroticiRacconti
... impallato, con l'espressione di chi è rimasto male ma non vuol darlo a vedere: "Ma sai, ho visto tanti culi ieri". Facemmo colazione con due cornetti e un pasticciotto ancora caldi portati da mia madre prima di andare a lavoro, ma io ero sempre in mutande. "Allora? Su bello, su dimmi - incalzava - che sono curioso". Gli raccontai tutto per filo e per segno, ma gli confessai che ero rimasto male per una cosa: "Avrei voluto venirle in faccia, ma si è spostata. Dannazione". Intanto, ci eravamo trasferiti in camera mia per evitare che magari arrivasse mia sorella Erika e ascoltasse tutto. Mentre parlavo, io ripensavo a quelle tette e quella bocca, e mi eccitai in maniera oscena. Antonio ascoltava il mio racconto con la bava alla bocca, ma era strano... al che mi disse: "Mamma mia, siamo di nuovo in tiro" guardando il mio cazzo. Cercavo di sistemare la punta nelle mutande, ma Antonio voleva giocare. Lo avevo capito, ma non fino a che punto. Prese le mutande usate da mia sorella (come in Confusione e ritorno - 2) e le portò in camera. Le annusò e aveva il cazzo che gli scoppiava nei pantaloncini, me le passò e disse: "La fica di Giada profuma come quella di tua sorella?". Io e lui, quasi 14enni e avvezzi a tutto, capivamo gli ormoni ma non riuscivamo a gestirli... Io ero in trance, e mi misi sul lettino a gambe strette menandomi il pisello gonfio, e lui fece lo stesso: si spogliò e lo tirò fuori. Senza freni, come tra buoni amici, gli dissi: "Che pompino, mamma che pompino. Che ...
... sburrata, l'ho ancora qui davanti" - è indicavo la capocchia gonfia. Lui tirò fuori la "vela che svettava", e pensai che si mettesse in libertà. Invece mi disse solo: "Il segreto è chiudere gli occhi e restare nudi". Così feci, e da solo il mio cazzetto si rizzava... Ma lì il colpo di scena. Antonio iniziò a leccarmi le palline e poi il cazzetto come fosse un gelato. Aveva una maestria e una delicatezza che rispetto alla goffaggine di Giada lo facevano un professionista. Prendeva le palline e le solleticava, passando anche attorno all' ano. Poi lo prese tutto in bocca, pompando delicatamente Io ero in stato confusionale: "che faiiiii? Ahhhhh ahhhh ahhhh - spiaccicavo senza convinzione - basta". Mi alzai in piedi scendendo dal letto pensando che finisse, ma Antonio leccava dolcemente tutto il filetto. Volevo mandarlo via, ma non mi riusciva: "Bastaaaaaa su bastaaaaa - urlavo - guarda che ti vengo in faccia". Lui in ginocchio a me, mi infilo una falange nel buco del culo, era la fine: scoppiai sborrando sul suo viso, sul suo petto. Non ebbi il coraggio di guardarlo negli occhi, lui rideva come un Diavolo testatore. Dopo due minuti necessari per riprendermi, me lo riprese in bocca ancora sporco di sperma,e mi disse solo: "Ogni volta che avrai voglia di pompini, io ci sarò. E chi te li lo fa meglio, io o Giada?". Restai inebetito, andammo in cucina, finimmo di fare colazione e lui si congedò dicendomi: "Ci vediamo stasera alla partita, ma non resisto senza leccarti quel palo".