1. Una necessità improrogabile


    Data: 11/04/2021, Categorie: Etero Autore: babbacombe_lee

    Il mio capo sembra proprio che lo faccia a posta.Regolarmente di venerdì e magari quando ho da fare.Si è ricordato di quella maledetta lettera, proprio quando stavo per andare via.E naturalmente, in questi casi ci si mette di mezzo tutto: il computer che si pianta, la cartuccia di toner della stampante e pure la telefonata di un'amica che non sentivo da anni.Quando sono riuscita a guadagnare l'uscita ero irrimediabilmente in ritardo, proprio questa sera che ho degli amici a cena.E proprio mentre mettevo in moto la macchina mi sono ricordata.ACCIDENTI, NON HO FATTO PIPI'!Se adesso ritorno su, magari con il rischio che il capo si ricordi qualche altra cosa, non arrivo in tempo, così decido di andare dritta a casa e di tenermela.Un quarto d'ora, solo un quarto d'ora, ce la farò.C'è un'altra possibilità: io per tornare a casa prendo una strada che taglia per la campagna, evitando il traffico cittadino, ma per una volta potrei passare per il centro e fermarmi un attimo ad un bar ed andare in bagno.No, non va. Mezz'ora, quaranta minuti contro un quarto d'ora, sono già troppo in ritardo, terrò duro.Svolto per la strada che mi porterà rapidamente a casa e, dopo la prima curva, trovo la coda.Questo non ci voleva. Forse un incidente.La fila procede con una lentezza esasperante: pochi metri e poi di nuovo fermi, la strada è stretta, non ci sono traverse, perché passa in mezzo alla campagna e, nel frattempo, si è intasato anche l'altro senso di marcia, per cui non posso neanche ...
    ... tornare indietro.Insomma, sono completamente imbottigliata, mentre lo stimolo aumenta sempre più e già mi immagino, come una bambina di due anni, costretta a farmela addosso.Finalmente, come un miraggio, vedo in lontananza l'unica possibilità di salvezza, mia e del sedile della macchina nuova: la casa rossa.Lungo la strada c'è un unico incrocio e, proprio all'angolo, c'è un bar, ricavato in una casa cantoniera in disuso.Non è proprio l'ideale per una donna sola, per di più giovane e carina, ma lì c'è l'unico bagno nel raggio di parecchi chilometri.Mi occorrono altri dieci minuti per arrivare al bar e parcheggiare l'auto proprio davanti all'ingresso e quando scendo dall'auto mi accorgo di essere veramente al limite.Cammino piano, a fatica, perché mi sento come una caraffa piena d'acqua fino all'orlo, ma riesco ad arrivare al bancone senza versare nulla.Chiedo un aperitivo analcolico, d'altra parte, alle otto di sera non mi posso prendere un caffè, mentre non potrei certo bermi un bicchierone di qualche bibita.Bevo appena un sorso di aperitivo, sfodero il mio miglior sorriso e chiedo della toilette.�Me dispiace signo', ma il cesso è rotto, lo vengono a riparare domani.�Il sorriso mi si congela sul viso, come se fossi stata investita da una ventata di freddo polare, mentre sento qualche goccia che mi bagna le mutandine.Esco senza finire l'aperitivo e mi guardo intorno, disperata.è buio, non c'è un'anima in giro e sul retro del bar c'è una stradina deserta nascosta alla vista degli ...
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