La Multa
Data: 15/04/2021,
Categorie:
Etero
Autore: valestra83
Racconto già pubblicato su un altro sito da me e riproposto su questa piattaforma. All'epoca fu concepito e scritto in collaborazione con un'amica/autrice che curò la parte femminile ed io quella maschile. Prologo. Una ragazza in tremendo ritardo, una macchina che sfreccia incurante del codice stradale ed un agente incline ai compromessi. (Lei) E come al solito, ho fatto tardi! Ingorgo incredibile in autostrada, ed adesso sfreccio a 130 l'ora per le strette stradine di una strada provinciale cercando di fare prima possibile. La strada è praticamente deserta, a parte qualche gregge di pecore, che riesco facilmente a disperdere con un paio di colpi di clacson, attirando su di me infinite maledizioni da parte dei pastori. Motivo della fretta? Sono in un ritardo fottuto! Obbiettivo: passare a prendere la mia migliore amica, e scappare al concerto, prima che ci chiudano fuori ed pace ai biglietti presi con mesi di anticipo. Evito con maestria eventuali ostacoli che si frappongono tra me e la mia meta, e prego perchè le sospensioni della macchina non subiscano danni, dopo la quarta scaffa che prendo in pieno a questa velocità, neanche a farlo apposta. Dopo 10 minuti ho quasi recuperato il ritardo di un ora accumulato in autostrada. Tiro un sospiro di sollievo, pensando che la casa di Carla è ormai a pochi chilometri. Il cellulare squilla, è lei. "Chiara ma dove cazzo sei finita?" "Tesoro calmati, sono rimasta imbottigliata nel traffico, stò facendo una strada alternativa, ma ...
... arriverò in tempo, tranquilla!" "Ok ma...." Bip. Comunicazione interrotta.. "Perfetto, non c'è neanche campo" commento stizzita, controllando il display del cellulare e prestando decisamente poca attenzione alla guida. Quando rialzo lo sguardo, per poco non rischio il soffocamento ingoiando la chewingum che masticavo nervosa, notando una macchina della polizia con le luci accese che a stento riesce a starmi dietro, facendomi segno di accostare. L'unica cosa che riesco a pensare è "Amen al concerto, ed addio alla patente!". Accosto e scendo dalla macchina, così mi imita il poliziotto, incedendo nella mia direzione con passo deciso e sguardo di fuoco. "Signorina ma cosa le passa per la testa? Andava a 130 in una stradina di campagna" "Mi- mi dispiace" provo a balbettare, in realtà pensando "Ma cosa cazzo ci fa una volante della polizia in questa strada dimenticata da Dio?" "Dispiace anche a me. Patente e libretto, per favore!" "Le chiedo davvero scusa, ma... sa, ho una zia che abita da queste parti, mi ha chiamato trafelata dicendo di stare molto male. Stavo correndo per questo, mi creda" replico, poco convinta. Penso sia in assoluto la peggiore bugia che abbia mai inventato. "Cazzo Chiara, potevi fare di meglio!" rifletto, prima che il poliziotto sbotti in una grassa risata. "Signorina, e lei va da sua zia conciata in questo modo?" replica notando il mio abbigliamento non proprio consono ad una visita ai parenti. Distolgo lo sguardo, imbarazzata. "Patente e libretto" comanda, più ...