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I patti sono patti
Data: 15/04/2021, Categorie: Etero Autore: Alexposy
Eccoci qui: devo aver perso completamente il senno. Cosa ci faccio in questa stanza d’albergo seminuda in attesa di te, un uomo molto più grande di me che conosco a malapena? Mai avrei creduto di poter cedere così ingenuamente ad una proposta del genere. Certo finchè tutto rimaneva nel virtuale.. in rete.. senza implicazioni reali, senza conoscersi veramente, il gioco era eccitante. Il fatto di potermi sentire me stessa e non nascondere quel lato velatamente esibizionista che giace sepolto nel mio profondo.. da convenzioni sociali.. tabù.. etichetta.. dalla paura anzi dalle paure, tante paure..dal giudizio degli altri in primis.. gli amici.. i coetanei, si proprio quei coetanei che ho sempre snobbato fin dalla più tenera età sentendomi fuori posto in loro presenza ma di cui ora temo il giudizio, è assurdo, io sono assurda. Non ho mai condiviso molto con loro.. forse per questo preferisco la compagnia di qualcuno che mi capisca quando parlo e non che semplicemente mi ascolti. E’ così che ti ho conosciuto, su un sito di incontri.. mi avevi contattata probabilmente attratto dalle foto un po’ provocanti che avevo messo sul profilo, nulla di esplicito o ginecologico.... questo pensavo, ma anche fosse non ci avrei visto nulla di male, infondo erano lì per un motivo. Capii dopo pochissimo che non eri il solito frequentatore del sito con l’ansia di concludere in 3 battute e con l’arroganza di chi, solo perchè mi ha concesso 3 dei suoi preziosi secondi facendo ...
... un copia incolla, si sente in diritto di pretendere una risposta ai suoi monosillabi. No, eri molto diverso. C’era un interesse per quello che avevo scritto e cercato di comunicare attraverso i miei racconti e non semplicemente un impulso sessuale. La nostra conoscenza procedeva in maniera tranquilla senza aspettative di alcun tipo.. la nostra differenza di età era un inibitore naturale che sentivi molto più forte di me.. non scendevi mai nello scabroso e la tua attenzione nei miei confronti a non strafare mi incentivava ad aprirmi sempre di più. Talvolta si scivolava in conversazioni più piccanti con reciproco interesse e piacere.. non nego un certo divertimento nello stuzzicarti.. ma tu ti prestavi al gioco ed eri ben consapevole dei limiti che ci eravamo posti. Col tempo le nostre conversazioni venivano condite sempre più spesso con alcune richieste esplicite da parte tua su alcune parti del mio corpo che non mancavi di elogiare… un po’ per soddisfare la mia vanità ma soprattutto, cosa di cui ero consapevole, per alimentare quella brace inerte che giace dentro di me.. quella voglia mai confessata apertamente di essere guardata e soprattutto desiderata… niente poteva scatenarmi quella sensazione così particolare del sapere di essere entrata nella mente di un uomo, nella tua mente e di essere protagonista dei tuoi pensieri più peccaminosi. Questo gioco dei ruoli si stava intensificando esponenzialmente tra noi e questo gioco di guardare ma non toccare.. diventò il ...