Nel ristorante napoletano
Data: 16/04/2021,
Categorie:
Gay / Bisex
Autore: chupar, Fonte: Annunci69
... mio sguardo compiaciuto, si avvicinò, tastando il mio ano e stringendo tra le dita il cazzo scivoloso del lavapiatti che, intanto, andava dritto come un treno.
La situazione era molto eccitante. La moglie mi disse che il marito avrebbe guardato solamente. Io, però, mentre il lavapiatti mi scopava, fissavo quel cazzo duro che si scappella lì vicino a me e cominciavo a perdere ancora di più il controllo. L’uomo, piano, si stava pure avvicinando sempre più. Era chiaro che sperasse in qualcos'altro. Il suo cazzo era ormai vicinissimo alla mia bocca, ma incrociando lo sguardo della moglie, l'uomo fece un passo indietro. Dopo qualche secondo lo vidi pulsare e aumentare la velocità. Era pronto a sborrare.
Il lavapiatti gli indicò con la mano il mio culo e lui si avvicinò, ansimando - "Chella granda zompapereta e mammeta!" - regalandomi una copiosa sborrata che, scivolosa, circondò l’asta del ragazzo, infilandosi all’interno di quella che ormai era diventata una fica.
La stronza, in quel preciso istante, mi venne in bocca, senza preavviso. Il proprietrio si ripulì il cazzo sulla mia divisa femminile e andò via, silenzioso come era arrivato.
A quel punto il lavapiatti, dopo aver avuto l’assenso dalla padrona, cominciò ad alternarsi nei due ...
... orifizi.
In cucina si sentivano sospiri, gemiti e il rumore dello sbattere di quello sulle nostre chiappe. La padrona cominciò a baciarmi profondamente e il chiavatore improvvisamente andò su di giri. Cominciò a darci delle troie, a dire che una era più baldracca dell’altra.
Colto dall’eccitazione e dalla voglia di venire, ci ordinò di voltarci verso di lui con una certa decisione. Urlò dal piacere - "Chitemmuort" - mentre i suoi muscoli si contorcevano e si irrigidivano durante l’orgasmo e, senza pensarci due volte, ci schizzò tutto il suo carico sulla faccia.
Come due ninfomani ci buttammo sul suo cazzone per rubarne le ultime gocce, finché il tipo, stravolto, si scostò. A quel punto, la donna, stringendomi con una mano i capelli, mi spinse in bocca la sua lingua, raccogliendo dal mio volto lo sperma del suo amante.
Stremato e dolorante mi accasciai, poggiandomi alla base della cucina.
Il ragazzo, voltatosi di spalle, ormai si stava rimettendo la sua canotta bianca e la tuta.
La proprietaria, invece, ripulendosi il volto e ripreso pieno possesso del suo ruolo mi disse: “Uaglio', acqua mocca e cazzo n'culo. Ma mo' vide addo' cazzo te ne je ire. Sei licenziato! Il conto per il lavaggio della divisa te lo levo dalla paga.”
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