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Kinbaku (il bacio delle corde sulla pelle)
Data: 27/12/2017, Categorie: Sesso di Gruppo Autore: Spettro82
... provocava. "Troia...." Me lo disse mentre dopo aver raccolto con due dita il mio sputo lo spalmava sulla mia vagina. Lo sentii spostare le corde per potermi fottere più comodamente. Mi ritrovai inaspettatamente bagnata e gli risposi nella sua lingua Natale, pregandolo di non venire dentro. Sapevo che la richiesta sarebbe stata vana ma anche che la cosa lo avrebbe eccitato rendendo tutto più veloce. Inaspettatamente sentii le sue dita accarezzarmi, alla ricerca di un piacere che raggiunsi quasi subito, manifestandolo con un mugugno sommesso che parve compiacere il mio "acquirente". Mi scopó nel silenzio più assoluto, la stanza sembrava vuota e l'unica cosa che si sentivano era il suo ringhiare ed il rumore del suo corpo che sbatteva ritmicamente sulle mie natiche. Dopo avermi riempito la pancia con una serie di schizzi bollenti lo sentii armeggiare sopra di me, fuori dal mio campo visivo. Uno strattone e pochi movimenti decisi fatti da Max fecero andare sottosopra il mio mondo. Mi ritrovai appesa per le gambe con la testa a pochi centimetri dal suolo. I miei umori e lo sperma che stavo colando poco prima iniziarono a scivolare lentamente lungo il mio ventre per effetto del repentino cambio di posizione, disegnando un rigagnolo perlato che rendeva chiaro a tutti che oltre ad essermi fatta sborrare dentro mi ero anche infradiciata come una cagna in calore. Mi vergognavo soprattutto a mostrarmi così davanti a Max, che con quegli occhi scuri ...
... capaci quasi di penetrarmi mi faceva sentire ancora più sporca ed in imbarazzo. "Ho pagato anche per il tuo culo, ma ora non mi va..." Le sue parole mi fecero sospirare, la legatura incominciava a mettere le mie giunture a dura prova, accolsi l'idea di essere liberata come il più bello dei regali. Volevo le mani del mio Rigger sulla pelle, sentire mentre i nodi si scioglievano e le sue labbra accarezzavano il segno lasciato dalle corde. "Sore wa anata no monodesu!" Quando capii che non sarei stata liberata mille sensazioni contrastanti si alternarono nella mia mente. Aveva comperato il mio culo e mi aveva regalata ai componenti del suo clan che lo avevano accompagnato. Abbassai lo sguardo in segno di sottomissione mentre il primo dei sei componenti della Jakuza lasciava scivolare una generosa quantità di saliva tra le mie natiche. Sentivo il suo sputo scivolare sulla pelle con una lentezza esasperante. Poi la punta del suo cazzo nodoso si appoggiò dietro di me spingendo la saliva nel mio sfintere, che lentamente cedette alla pressione. La sensazione con cui mi giravano, usando le corde come esperti marinai su di una barca a vela mi fece sentire senza peso, quasi distraendomi dai cazzi che senza troppi complimenti si alternavano a fottermi nel culo. Alla fine con gli occhi quasi chiusi per il sudore che mi colava lungo la fronte sentii anche l'ultima sborrata profanarmi gli intestini e rimasi sospesa, con un rigagnolo di umori che mi colava dalle ...