1. La collega d'ufficio (2)


    Data: 30/04/2021, Categorie: Dominazione / BDSM Autore: Re Artù

    LA MIA COLLEGA (2) Aspettando di rimanere soli, lavorai poco e svogliatamente, la mia mente era rivolta altrove, ripassavo tutto quello che avevo sognato di imporre ad una donna sottomessa; mai avrei immaginato che questa donna sarebbe stata così bella, il che rendeva la cosa ancora più arrapante. Finalmente arrivarono le sei del pomeriggio, a quell'ora non c'era più nessuno in ufficio ed avevamo circa un'ora e mezza prima che i cancelli si chiudessero automaticamente. Mi misi comodo, ma dovetti aspettare quasi quindici minuti prima di sentire un leggero bussare alla porta: non frapposi tempo e dissi “Avanti!” appena fu entrata “Perchè ci hai messo tanto tempo, troia?” A quell'epiteto lei sussultò, e provò a protestare:”Dai dimmi quanto vuoi e facciamola finita!” Risi:”Allora non hai capito nulla: le regole del gioco le detto io: tu, troia, sarai la mia schiava fino a che vorrò e dovrai fare quello che ti ordinerò senza fiatare, altrimenti....” e le mostrai il telefonino “vuoi forse finire, oltre tutto, su you tube?” “No ti prego, non mi rovinare, e con un sospiro, va bene farò quello che vuoi!” disse abbassando gli occhi, ma non poteva immaginare quello che la aspettava. “Allora, dissi, ecco le prime regole: Primo mi dovrai dare del lei, anche quando siamo soli, anzi principalmente quando siamo soli, non dovrai rispondermi se non a domande dirette, non dovrai mai protestare ed obbedire immediatamente ai miei ordini, capito queste prime basilari regole?” “Si!” “E...” “ Si, ...
    ... signore!” “ Bene, troia ed ora devo punirti per il tuo ritardo. Tirati su la gonna!” Arrossì, ma obbedì mostrando due gambe stupende, incorniciate da autoreggenti nere:”Su,su veloce, che non abbiamo tutta la sera!! Calati gli slip, ma non toglierli.” Li abbassò a metà coscia, era uno spettacolo per me bellissimo, per lei umiliante data l'oscenità del gesto. Intanto il mio sguardo si era posato sul suo pube abbellito da una leggera peluria bionda semi rasata: mi diede l'impressione di una freccia direzionale che indicava la figa ben custodita fra le cosce. Mi alzai e le girai intorno e posai gli occhi sul suo lato B: era perfetto come avevo immaginato ed, all'improvviso, le affibbiai una sculacciata violenta strappandole un grido di dolore, si voltò e mi guardò piena di odio: “Abbassa gli occhi, troia, e girati, mettiti piegata sulla scrivania, subito!” Lo fece, ma molto lentamente, “Così non va bene, devi essere più pronta e ringraziarmi per ogni ordine che ti do!” “Si grazie, signore” “E, soprattutto, non mi guardare negli occhi!” “ Si signore!” Solo allora mi dedicai al suo culo: avevo una voglia matta di carezzarlo e baciarlo, ma ciò cozzava con quello che avevo in mente mi proponevo per il futuro rapporto con lei: presi un righello dal cassetto della scrivania, glielo feci vedere, un'ombra di paura passò nei suoi occhi, mi misi alle sua spalle e colpii:”Ahh,gridò, grazie signore!”, imparava alla svelta, la troia, ma se sperava che in quel modo avrebbe abbreviato la sua pena ...
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