Matilde 01-15 - in autobus
Data: 10/05/2021,
Categorie:
Lesbo
Autore: Alex46
... davvero sproporzionato in confronto a quello che stavo provando. La signora mi era servita da catalizzatore, perché io ero già così. Combinazione aveva accavallato le gambe, ma se si fosse accarezzata delicatamente un braccio magari mi sarebbe successo lo stesso.
Mi guardai un po’ intorno e mi accorsi che l’autobus era molto meno vuoto di prima».
- Mi stai facendo arrapare, Debra – la interrompo.
Sento un vago fresco di sudore in fronte, accanto all’avvampare del viso: ma la voglia di toccarmi è così forte che senza pensarci più di tanto comincio a farlo.
Anche Debra lo sta facendo, senza smettere di raccontare.
«Fortunatamente nessuno si era seduto accanto a me; solo nella fila accanto avevano preso posto due ragazzi. Ritornai a gambe parallele e mi sistemai la borsa accanto al fianco, cercando di coprire coscia e bacino.
Con le gambe leggermente aperte cercavo di immaginare il profumo di quello slip, di sentire l’odore di quella figa che avevo fugacemente intravisto. Dall’espressione del suo volto cercai di dedurre cosa aveva fatto la notte, se aveva fatto l’amore o se magari si era masturbata pensando al suo uomo.
Poi il semaforo diventò verde e lei scomparve dalla mia vista.
Io ero ormai partita, dopo poco mi guardai in giro e lasciai che la mano si infilasse sotto il vestito, che avevo a metà coscia.
Passai le dita aperte tra le cosce e le strusciai sul collant appiccicoso, fino al perizoma.
Era grande il piacere che provavo, quello di ...
... sentirmi troia in mezzo ad altre persone (che fortunatamente non sembravano interessate a me): mi stavo accarezzando sotto il vestito».
Lascio che la mano si muova più a fondo sotto le cosce premendo con la punta delle dita nei punti che so mi faranno godere in breve tempo. Mi accorgo che voglio la sveltina, esattamente come Debra sull’autobus. Anch’io mi vedo quelle cosce bianche e quello slip nero e con gli occhi semichiusi guardo il vuoto al di fuori del finestrino lasciando che le dita facciano il resto.
«Con delicatezza ma con grande decisione spingevo le dita avanti e indietro sul collant come volessi sfondarlo ed entrarmi dentro la figa: non era ovviamente possibile, così mi limitavo ad accarezzarmi con forza premendo sempre più forte.
Sentivo l’odore dei miei umori, sentivo le dita bagnarsi, mi sembrava di andare in estasi.
Cercavo di allargare un po’ le gambe senza dare nell’occhio, ma più le divaricavo più la voglia di penetrarmi aumentava... e non potevo farlo».
Anch’io mi limito a muovere il bacino contro le dita, a schiacciare il clitoride con la punta delle dita, a lasciar scorrere la mano aperta avanti e indietro sul collant sentendo le mutandine fradice.
Debra ha accelerato il movimento, è persa nel suo ricordo e nel godere di questo momento.
«Mi sembrava di ammattire, ero conscia che stavo godendo in mezzo a una decina di persone e nessuno lo sapeva, davanti e dietro di me. Le dita circuivano il clitoride e, se non avessero trovato l’ostacolo ...